Le linee guida 2016 di Google per Webmaster: aggiornamenti e novità

Google ha recentemente aggiornato le sue linee guida pensate per i Webmaster. Abbiamo effettuato un’analisi delle modifiche apportate. Il nostro scopo non è stato tanto quello di capire in maniera letterale quali suggerimenti introduce il motore, ma quello di focalizzarci maggiormente su ciò che Google cerca di dirci (o non dirci) fra le righe.
Emerge in modo evidente quale sia la direzione che sta intraprendendo ormai da diverso tempo, ovvero quella della qualità, dell’attenzione a dettagli e a utenti. E noi di TSW non potremmo essere più d’accordo. Questa infatti è l’approccio integrato in cui crediamo: contenuti di valore, orientamento agli utenti e integrazione.

Cosa è cambiato nelle linee guida di Google del 2016? Scopriamolo insieme! #SEO

Cosa è stato aggiunto nelle linee guida di Google

Sicurezza e usabilità (soprattutto mobile), certamente due aspetti dei quali si è discusso molto nel corso del 2015. Google cambia le sue linee guida in questo senso, aggiungendo argomenti interessanti sulla sua visione del web per il 2016, dei quali abbiamo già avuto riscontro nel corso dell’anno passato e del quale abbiamo discusso anche nel nostro blog.

Vediamo nel dettaglio cosa è stato introdotto:

Se possibile, proteggi le connessioni del sito con il protocollo HTTPS. La crittografia delle interazioni tra l’utente e il sito web è una buona prassi di comunicazione sul Web.

Il protocollo HTTPS viene ufficialmente riconosciuto come standard di qualità di un sito web. Già a partire dal 2014 il protocollo HTTPS è considerato un fattore di ranking più o meno importante, da ora Google, con questa frase, non lascia spazio a dubbi.

Assicurati che le pagine del sito siano utili agli utenti con problemi di vista, ad esempio testando l’usabilità con uno screen reader.

Progetta il tuo sito in modo che sia adatto a dispositivi di ogni tipo e dimensione, inclusi computer desktop, tablet e smartphone. Utilizza lo strumento di test di ottimizzazione mobile per verificare il funzionamento delle pagine sui dispositivi mobili e ricevere feedback relativi agli aspetti che è necessario sistemare.”

Non ci sorprende che Google abbia voluto sottolineare come l’usabilità non debba riguardare solo l’utente medio che utilizza un PC con un monitor di medie dimensioni. Progettare un sito adatto a tutti dispositivi e navigabile facilmente da tutti gli utenti è ora più che ufficiale.

“Rendi visibili i contenuti importanti del tuo sito per impostazione predefinita. Google è in grado di eseguire la scansione dei contenuti HTML nascosti all’interno di elementi di navigazione quali le schede o le sezioni espandibili. Tuttavia, Google considera questi contenuti meno accessibili agli utenti e ritiene pertanto che sia opportuno che tu renda visibili le informazioni più importanti nella visualizzazione di pagina predefinita.”

Con questa frase Google cerca di focalizzare l’attenzione verso i contenuti che talvolta vengono nascosti da accordion o schede, nonostante al loro interno siano presenti informazioni importanti che l’utente potrebbe cercare. Rendere accessibili i contenuti utili, senza che siano necessari click o azioni, vuol dire fornire un esperienza utente rapida e rilassata, insomma, l’ennesimo richiamo all’attenzione verso l’usabilità.

Cosa cambia nelle linee guida Google

“Progetta un sito con gerarchia e link testuali comprensibili.”
“Progetta il sito con una gerarchia delle pagine molto chiara.”

“Limita a un numero ragionevole i link in una determinata pagina.”
“Limita a un numero ragionevole i link in una pagina (al massimo alcune migliaia).”

“Offri agli utenti una mappa del sito con link che rimandano alle sezioni più importanti. Se la mappa del sito contiene moltissimi link, suddividila in più pagine.”
“Fornisci un file Sitemap contenente link che rimandano alle pagine importanti del tuo sito. Fornisci anche una pagina con un elenco leggibile di link che rimandano alle stesse pagine (talvolta chiamato indice del sito o pagina della mappa del sito).”

La struttura del sito e i link interni sono sempre stati il fulcro di una buona ottimizzazione SEO. Ricercare informazioni in un sito con una struttura non chiara, con troppi link per pagina e senza una sitemap, potrebbe risultare difficile sia per gli utenti che per il motore di ricerca. Ecco che in questo caso Google “mette i puntini sulle i”, precisando questi aspetti, suggerendo di non superare le migliaia di link per pagina e di creare sitemap facilmente leggibili.

“Il crawler di Google non riconosce il testo contenuto nelle immagini”

Google ha rimosso questa indicazione dalle linee guida, dando spazio alla possibilità che il crawler sia in grado di leggere e interpretare il testo presente nelle immagini. Sicuramente è una funzionalità che è in via di sviluppo da parte del team Google, ma che è già stata riscontrata in diversi casi. Certamente non si consiglia di sfruttare le immagini per indicizzare del testo, mentre è sempre importante utilizzare l’attributo ALT per fornire al motore una corretta descrizione dell’immagine. Ciò viene confermato dall’introduzione della seguente frase:

“Prova a utilizzare del testo anziché immagini per visualizzare nomi, contenuti o link importanti. Se devi utilizzare immagini per i contenuti testuali, utilizza l’attributo ALT per includere qualche parola di testo descrittivo.”

Altre novità delle linee guida Google

Google ha introdotto altre novità di minore impatto per quanto riguarda l’ottimizzazione SEO, che riguardano aspetti più tecnici quali link e html:

“Ogni pagina dovrà essere raggiungibile da almeno un link testuale statico.”
“Assicurati che sia possibile accedere a tutte le pagine del sito tramite un link presente in un’altra pagina rilevabile. Il link referente dovrebbe includere testo oppure, se sono presenti immagini, un attributo ALT, che sia attinente alla pagina di destinazione.”

Il motore di ricerca acconsente a utilizzare come àncora un immagine, ma solo nel caso in cui non sia possibile servirsi di link testuali statici. Raccomanda nuovamente di valorizzare sempre l’attributo ALT con un testo attinente.

“Assicurati che tutti i link rimandino a pagine web pubblicate. Utilizza codice HTML valido.”

“Fai il possibile per assicurarti che gli annunci non incidano sui posizionamenti del motore di ricerca. Ad esempio, la scansione degli annunci AdSense di Google e dei link DoubleClick viene bloccata da un file robots.txt. “

“Fai il possibile per assicurarti che i link pubblicitari presenti nelle pagine del sito non incidano sui posizionamenti nel motore di ricerca. Ad esempio, utilizza il file robots.txt oppure rel=”nofollow” per impedire ai crawler di seguire i link pubblicitari.”

Google suggerisce di utilizzare l’attributo rel=”nofollow” in alternativa al file robots.txt per evitare che i link a pagamento influenzino il posizionamento (passino del valore al sito o pagina linkata). È una piccola precisazione che potrebbe sembrare anche un po’ scontata, ma è un tentativo di Google di limitare la pratica dei link a pagamento, a favore dei link naturali,  pratica evidentemente ancora molto diffusa.

In conclusione

Dalla nostra analisi le novità introdotte non sono molte, in linea generale sembrerebbe che Google abbia voluto fare un restyling nella forma delle frasi (molte non le abbiamo citate appunto perché c’è stato solo un cambio di forma), inserendo comunque qua e là qualche novità interessante.

Tirando le somme è chiaro (e lo sapevamo già) che per il motore di ricerca l’HTML deve essere pulito, i link devono portare a pagine web che realmente esistono, i contenuti importanti devono essere facilmente accessibili, il sito deve essere gradevole e usabile con qualsiasi dispositivo.

Google con le nuove linee guida lascia sempre meno spazio ad ambiguità.

L’appuntamento con la qualità non è più rimandabile. Progettare un sito ottimizzato a livello SEO pensando soprattutto agli utenti diventa sempre più un mantra da ripetere giorno e notte.

Le nuove linee guida di Google certamente rappresentano anche l’approccio di TSW: attenzione ai dettagli, persone al centro e integrazione delle competenze.

Per altre informazioni sui fattori di posizionamento potete leggere l’articolo del nostro Gilberto.

22 febbraio 2016 Mino Bedin