Pensare di iniziare a fare del digital un veicolo del proprio business prendendo ispirazione da Amazon può sembrare sproporzionato, d’altra parte – per dirla alla Woody Allen – si deve pure “prendere qualcuno a modello a cui ispirarsi, no?”
Cosa ha fatto di Amazon “un Amazon” e cosa non ha fatto di moltissimi altri progetti di digital business dei veri business? Qual è la sliding door tra successo e fallimento nel contesto del mercato digitale? Tra diventare rilevanti nel mercato e spegnersi tra alibi e velleitarismo?
Sostanzialmente una cosa: utilizzare o meno il web per il motivo per cui è nato: misurare e conoscere statisticamente.
Nessuno, d’altra parte, pensa davvero che Facebook serva a fornire agli utenti uno strumento per condividere gossip e porn food.
Amazon fino a pochi anni fa era solo un rivenditore di libri online. Libri. Non esattamente il prodotto più digital e cool del mondo. Oggi, dopo 15 anni dalla vendita del primo libro online, Amazon vende 74 mld di dollari anno di prodotti di ogni genere.
In realtà Amazon non ha mai pensato che il suo business fosse nel “vendere libri”. Al contrario, ha sempre avuto ben chiaro che il suo business fosse “aiutare i clienti ad acquistare libri”.
É molto diverso. Amazon ha da subito venduto consulenza e strumenti migliori per trovare, per scegliere e per avere tra le mani il prima possibile i libri desiderati.
“Non dobbiamo preoccuparci dei nostri competitor, ma dei nostri clienti. Sono loro quelli che ci danno i soldi.”
(Jeff Bezos. CEO Amazon)
Nessuna scorciatoia e nessuna semplificazione è possibile ai tempi del business sociale (perché il business digitale non è altro che “business sociale” accelerato dalle tecnologie digitali), ma attività ossessiva di misurazione ed ottimizzazione ed un unico faro: “Digital Analytics”
Il metodo Amazon è stato quindi semplice, ma severo ed impegnativo:
Il “metodo Amazon” è questo: investire sulle digital analiytcs per sapere progressivamente sempre di più sui propri clienti e per personalizzare con sempre maggiore precisione la propria offerta agli utenti, in termini di prodotto, di prezzo e di momento.
É il vantaggio competitivo strategico dei grandi player di mercato
Quindici anni di applicazione ferrea di questo metodo hanno stratificato in Amazon una mole di dati enorme, una conoscenza del “cliente digitale” talmente accurata da permetterle di essere divenuta “Il venditore” de facto. E non il venditore “digitale”, ma “il venditore”: perché gli utenti preferiscono acquistare con Amazon in assoluto, perché è il venditore che garantisce loro la “miglior esperienza d’acquisto”.
Digital analytics e user experience sono complementari nel business odierno. Significano “ottimizzazione continua” della propria proposta comunicativa e commerciale.
Non serve essere Amazon per utilizzare questo approccio, né investire budget pesanti; al contrario, permette di evitare avventure e sprechi.
Non esiste una PMI che non possa fare di questi strumenti un utilizzo normale e quotidiano che permetta:
L’importante è evitare facili semplificazioni: non si parla di “leggere i dati di traffico sul sito”, si parla di attività molto più complesse e sofisticate.
Fare “digital analytics” utili al business significa avere le competenze per applicare le metriche corrette e per interpretare adeguatamente i fenomeni.
Non significa contare gli utenti o le conversioni, significa pesare gli uni e le altre.
Fare business digitale significa dotarsi dei migliori strumenti e delle migliori competenze per “dare il giusto valore” agli utenti, per capire se una campagna che apparentemente sta portando “grandi numeri” stia in realtà portando “cattivi risultati”.
Le aziende vivono sui risultati e sulle relazioni con il mercato nel lungo termine: è fondamentale quindi utilizzare le potenzialità della digital analytics con una visione ed una competenza professionale trasversale che è tutt’altro che banale avere.
Diventa quindi indispensabile un dialogo nativo tra analisti digital ed analisti del cliente, un dialogo continuo che permetta di incrociare dati su piani di tempo e di attività diverse.
Alle aziende serve sapere cosa ha funzionato e cosa no in funzione del “valore nel tempo” dei clienti che sono stati portati ed è la sedimentazione e l’affinamento continuo di questa conoscenza che aiuta a fare le scelte più sagge nel presente e per il futuro.
L’approccio che porta con sè la digital analytics nelle aziende, in questo senso, è fondamentale: coda lunga di dati e apertura mentale.
Non è più tempo per nessuno di navigare a vista.
Hai delle testimonianze interessanti da condividere o ti piacerebbe approfondire qualche tema su UX e digital analytcs? Parliamone assieme.