Unifarco: come veicolare al meglio le informazioni più rilevanti sulle etichette di prodotti cosmetici

Come comprendere quali informazioni comunicare, in quale posizione e in quale spazio? La nostra risposta è: chiediamolo alle persone.

 

Leader in Italia nel settore farmaceutico, il nome di Unifarco è indissolubilmente legato al brand dei Farmacisti Preparatori, ma anche a quello Unifarco Biomedical e Dolomia. Il suo DNA è composto da attività di R&D (il 4% del fatturato annuo è investito in attività di ricerca) che portano questa azienda a essere in costante dialogo con i suoi clienti, ma anche con gli stakeholder di settore, come medici, università e centri di ricerca. Questo la porta a proporre sempre prodotti all’avanguardia.

Nulla di più simile a quello che noi diciamo da sempre: per avere successo sul mercato e sopravvivere come aziende l’unico modo è ascoltare le persone: clienti finali, intermediari, opinion leader, partner… qualunque figura abbia a che fare con i vostri prodotti, può portare valore, fornendovi idee illuminanti su come migliorarli.

Per questa visione comune d’intenti, collaboriamo da anni con Unifarco, che ci contatta per le nostre attività di ricerca.

In questo caso il nostro progetto per Unifarco è nato da una richiesta: migliorare le etichette di alcune linee di cosmetici in modo che le persone, guardandole, ottenessero le informazioni per loro importanti, ma, al tempo stesso, rilevassero anche quelle che Unifarco riteneva differenzianti.

Per rispondere a questo obiettivo abbiamo realizzato uno studio composto di due fasi consecutive:

  1. un test di usabilità a scaffale (qualitativo) con 16 partecipanti
  2. un sondaggio (quantitativo) condotto con social sampling e che ha raccolto oltre 250 risposte spontanee

Queste attività ci hanno permesso di fornire a Unifarco indicazioni dettagliate su come progettare le etichette dei loro prodotti.

Valutare le etichette grazie a un test dell’esperienza con i prodotti fisici

La prima fase si è tenuta in presenza, in sede da noi. Abbiamo coinvolto ciascuno dei 16 partecipanti in un’esperienza a scaffale un po’ peculiare: indossando gli occhiali per il tracciamento del movimento oculare, potevano osservare i diversi prodotti delle linee cosmetiche, commentando a voce alta ciò che li colpiva, nel bene e nel male.

Abbiamo mostrato loro prima una versione di prodotti con un’etichetta che presentava un ordine informativo specifico e poi la seconda versione, che presentava le informazioni in un ordine diverso. Per garantire l’assenza di bias cognitivi, abbiamo randomizzato l’ordine in cui le due versioni venivano presentate.

A fine esperienza abbiamo intervistato ciascun partecipante per ottenere alcune informazioni aggiuntive riguardo al loro percepito sui prodotti.

Quest’attività così strutturata ci ha permesso di capire quale variante di etichetta fosse più efficace, ma anche come integrare nella “vincente” i lati positivi di quella scartata. Abbiamo anche compreso cosa guida le persone nella ricerca di informazioni, ossia la funzione della crema e per chi è adatta.

Etichetta - terza versione

La validazione quantitativa della miglior etichetta

Una volta individuati gli insight dalla fase 1 abbiamo realizzato un’etichetta che rispondesse a tutti i criteri di successo identificati. Abbiamo quindi coinvolto oltre 250 persone in un questionario lanciato in social sampling (attraverso i social network) proponendo loro una comparazione tra questa nuova versione e la seconda versione.

In conclusione, si può dire quindi che progettando un’etichetta per i cosmetici di Unifarco, con e per le persone, abbiamo creato una versione migliorativa che risponderà a esigenze reali dei potenziali compratori.

6 marzo 2023 Christian Caldato

Potrebbe interessarti anche:

TAG: eye tracking test usabilità The Sixth W approach user testing