Abbiamo appena terminato di condurre un card sorting per un cliente del mondo delle assicurazioni online.
Si è trattato di un classico card sorting de visu: i partecipanti sono affluiti nel nostro laboratorio e hanno condotto l’attività (singolarmente) così come previsto dalla metodologia.
Non mi intrattengo sulla grande efficacia e sulla varietà di considerazioni che vengono dalla conduzione del card sorting. È per certi versi eccitante vedere come le persone organizzano i contenuti spesso in modi molto diversi l’uno dall’altro. E come – tramite appositi processi di analisi – sia possibile trarre una uniformità dalla diversità di approcci (cognitivi o culturali) che ogni persona adotta nel considerare un insieme vasto di contenuti (per esempio un sito web).
Conducendo il card sorting e appuntandomi i comportamenti degli utenti, mi sono dapprima accorto di quanto può essere diverso lo stile di ciascun utente. C’è chi parte immediatamente, senza prima aver letto i contenuti di tutte le carte. Chi invece si prende 10 minuti per leggerle tutte e quindi comincia a raggrupparle. Chi a poco a poco si diverte sempre di più, e chi invece sembra deprimersi o smarrirsi.
Il card sorting richiede un certo sforzo cognitivo e coinvolge intensamente le capacità di analisi e sintesi di una persona.
In sostanza: il card sorting mette in qualche modo in gioco una persona e le sue capacità: ciascuno gioca il gioco (molto serio, come tutti i giochi) del card sorting, e contemporaneamente è giocato dal gioco: non può tirarsi indietro, difficilmente può mentire e alla fine espone in qualche modo sé stesso.
In fase di analisi, del resto, si valuta soprattutto il lavoro fatto da ciascuno ma in parte anche le persone stesse che l’hanno condotto a termine.
Per cui mi sono detto: in futuro, usiamolo anche per fare selezione del personale!
Mettendo da parte per un secondo l’obiettivo proprio dello strumento (generare una classificazione di contenuti), un card sorting rivela molte cose di una persona:
- la capacità di concentrazione: si nota chiaramente che in alcuni la concentrazione a mano a mano aumenta, in altri è discontinua, in altri si affievolisce. Si possono avere così indicazioni sulla qualità della concentrazione
- lo stile nell’affrontare problemi: c’è chi – affrontando un contenuto a lui sconosciuto – cerca relazioni con elementi noti; chi invece tende a mettere insieme tutte le cose che non conosce.
C’è chi chiede aiuto (capacità purtroppo non molto diffusa) e chi invece vuole tirare fuori ogni risposta solo da sé stesso, come i ragni di Bacone
- la capacità di analisi: c’è chi ragiona per prossimità: comincia con le 3-4 carte che gli sembrano simili; chi si è creato una categoria mentale e cerca tutte le carte che soddisfano la categoria; chi (pochissimi!) cerca innanzitutto un criterio generale che valga per tutte le carte
- la capacità di sintesi: alcuni preferiscono procedere per gradi: scremano le carte creando 3 o 4 mucchietti molto grossi. Altri invece cominciano creando numerosissimi mucchietti e al termine dell’attività provano a raggrupparli tra loro
- il grado di accuratezza: c’è chi non è soddisfatto se ogni carta non è nel posto giusto (gli analitici). Chi invece dà grande valore alla categorizzazione fatta e “forza” una carta in un gruppo che non le si addice pienamente (i sintetici)
- alcuni aspetti dell’emotività: tutti gli utenti sono invitati a parlare a voce alta. C’è chi parte con un flusso di coscienza inarrestabile che manco una stenografa gli sta dietro. Chi invece si chiude in un mutismo desolante che deve essere discretamente sollecitato con domande specifiche. Alcuni si alzano in piedi e non si siedono più (neanche nella fase finale di de-briefing!). Chi invece sta sistematicamente seduto e si allunga come un gatto per prendere in mano le carte più lontane
Alcune mie considerazioni finali:
- i punti descritti mi sembrano elementi preziosi per valutare un futuro collaboratore. Evidentemente non possono essere i soli né i principali. Tuttavia restituiscono un’immagine abbastanza fedele di come ciascuno elabora un lavoro
- il card sorting è effettivamente usato in ambito clinico, per la valutazione psicologica o psichiatrica di un individuo, tramite il Wisconsin card sort.
I presupposti e gli obiettivi sono molto diversi dal nostro; è interessante notare come si utilizzi uno strumento apparentemente ludico per trarre conclusioni sullo stato mentale di una persona
- il card sorting (e in generale gli strumenti dello UCD) è uno strumento multi-disciplinare, che generalizza tramite una serie di istruzioni, affondando la sua validità nella diversità che ogni persona esprime con il suo comportamento
Tu cosa ne pensi, responsabile delle risorse umane (e non!) ?