SEO copywriting nell’era delle AI: guida alla GEO

Il nuovo orizzonte del contenuto digitale: come l’intelligenza artificiale ridefinisce strategie e opportunità nella SEO e nel copywriting

 

Una persona visualizza la AI Mode di Google, sul proprio smartphone

L’intelligenza artificiale (AI) sta ridefinendo radicalmente il panorama della ricerca online e del content marketing. L’era delle SERP tradizionali, dove l’obiettivo era conquistare la prima posizione su Google, sta rapidamente lasciando il passo a una nuova sfida: diventare la fonte primaria scelta dall’AI per generare risposte dirette e sintetiche agli utenti.

In questo scenario, non basta più ottimizzare i contenuti per i motori di ricerca classici. Bisogna creare testi che siano non solo coinvolgenti per le persone, ma anche facilmente interpretabili e valorizzati dai motori di ricerca generativi. Questa guida pratica aiuta a comprendere come produrre contenuti che emergano nella nuova ricerca, siano “AI-friendly” e GEO-ready, e riescano a coniugare la forza dei contenuti creati dalle persone con le esigenze degli algoritmi di nuova generazione.

Il panorama AI della ricerca online: dalle SERP alle AI Overviews

Negli ultimi anni, la ricerca online ha vissuto una trasformazione senza precedenti grazie all’avvento dell’intelligenza artificiale. I tradizionali risultati delle SERP stanno lasciando spazio a nuove modalità di presentazione delle informazioni, sempre più rapide, personalizzate e sintetiche. Le AI generative stanno ridefinendo le regole del gioco, offrendo agli utenti risposte immediate e dettagliate, e imponendo a chi produce contenuti digitali di ripensare strategie e priorità. In questo contesto dinamico, è fondamentale comprendere come funzionano le nuove AI Overviews, quale impatto abbiano sul traffico organico e quali siano le opportunità offerte dalla Generative Engine Optimization (GEO).

AI Overview: la nuova realtà di Google Search

Google sta rivoluzionando la ricerca online con l’introduzione delle AI Overviews, una funzionalità basata sull’intelligenza artificiale generativa (oggi potenziata dal modello Gemini 2.0). Queste risposte sintetiche e strutturate compaiono direttamente nella SERP, combinando informazioni da molteplici fonti per offrire una panoramica immediata e completa.

Esempio pratico
Immaginiamo di cercare su Google: “Quali sono le caratteristiche dell’armonia di J.S. Bach?”
Con la AI Overview, invece di una semplice lista di link, riceviamo una risposta sintetica che raccoglie e riassume i punti chiave da diverse fonti autorevoli:

  • L’uso raffinato del contrappunto
  • La ricchezza delle modulazioni
  • La struttura polifonica
  • L’equilibrio tra le voci
  • L’innovazione armonica rispetto ai suoi contemporanei. Questo approccio consente all’utente di ottenere subito una panoramica completa e affidabile, senza dover esplorare più siti o documenti diversi

 

AI Overview di Google

Pertanto, l’obiettivo principale è di ridurre i passaggi necessari per ottenere risposte, accelerando la fruizione delle informazioni e rispondendo alla pressione competitiva di nuovi attori come SearchGPT o Perplexity AI.

Una delle innovazioni chiave è la tecnica del “query fan-out”: l’AI scompone una domanda complessa in sotto-domande, analizza simultaneamente molte fonti e costruisce una risposta articolata e organica. Parallelamente, l’“AI Mode” introduce una dimensione conversazionale e interattiva, permettendo agli utenti di approfondire argomenti tramite domande e risposte dirette con l’AI, aggiornata in tempo reale con dati freschi.

L’Impatto sul traffico organico e il comportamento utente

I primi studi mostrano che la presenza di un’AI Overview riduce il numero di clic sui risultati tradizionali, con un calo medio del CTR del 7-10% per le ricerche informative.

Questo fenomeno porta all’ascesa delle cosiddette “zero-click searches”: molte risposte vengono soddisfatte direttamente nella SERP, senza bisogno di ulteriori navigazioni. Per i content creator, la sfida si sposta: non basta più essere nella top 3 dei risultati, bisogna capire come e perché l’AI seleziona, sintetizza e presenta i contenuti.

Un dato interessante: i clic che avvengono in presenza di AI Overview tendono a essere più qualificati: gli utenti che decidono di approfondire sono più coinvolti e trascorrono più tempo sui siti visitati.

Introduzione alla Generative Engine Optimization (GEO)

Qui entra in gioco la Generative Engine Optimization (GEO), un nuovo paradigma che si affianca (e non sostituisce) alla SEO tradizionale. Se la SEO classica mira a posizionare pagine web nei risultati organici, la GEO si concentra sull’ottimizzazione dei contenuti affinché vengano scelti e integrati nelle risposte generate dalle AI (come ChatGPT, Gemini o Perplexity AI).

SEO tradizionale vs. GEO: tabella di confronto

Aspetto

SEO tradizionale

GEO (Generative Engine Optimization)

Obiettivo principale

Posizionare pagine nei risultati organici delle SERP Far selezionare e integrare i contenuti nelle risposte AI

Destinatario

Motori di ricerca e utenti umani Intelligenze artificiali generative e utenti finali

Focus delle ottimizzazioni

Keyword, meta tag, backlink, struttura tecnica Chiarezza, sintesi, dati strutturati, risposte dirette

Misurazione del successo

Posizionamento, CTR, traffico organico Selezione nelle AI Overviews, visibilità nelle risposte AI

Tipo di contenuto premiato

Contenuto ottimizzato per keyword e struttura Contenuto originale, affidabile, facilmente sintetizzabile

Aggiornamento

Periodico, in base a cambiamenti algoritmici Continuo, in risposta a query e dati in tempo reale

Ruolo umano

Centrale nella creazione e revisione Centrale nella supervisione, strategia e controllo qualità

Strumenti principali

Google Search Console, SEMrush, SEOZoom, Ahrefs ChatGPT, Gemini, Perplexity, MarketMuse, schema.org

Rischio principale

Perdita di posizionamento per update algoritmici Esclusione dalle risposte AI, invisibilità nei nuovi motori

 

La GEO si basa sulla generazione di contenuti personalizzati in tempo reale, modellati sulle intenzioni e sulle interazioni degli utenti. Secondo le proiezioni, entro il 2026 il volume di ricerca tradizionale potrebbe calare del 25%, a favore di una ricerca sempre più mediata da AI.

Visitatori annuali previsti per fonte

Fonte: Semrush Blog, “We Studied the Impact of AI Search on SEO Traffic. Here’s What We Learned”.

 

SEO e GEO devono coesistere in modo sinergico: la SEO garantisce visibilità, la GEO aggiunge rilevanza contestuale e personalizzazione, aiutando i contenuti a emergere nelle risposte dirette delle AI.

Fondamenta dell’AI-friendly copywriting: qualità e intento di ricerca

Per emergere nella nuova era della ricerca online, non basta più scrivere semplicemente per i motori di ricerca: è necessario progettare contenuti che rispondano alle esigenze sia delle persone sia delle intelligenze artificiali. L’AI-friendly copywriting richiede un approccio che unisca qualità, affidabilità e una profonda comprensione dell’intento di ricerca dell’utente. In questo contesto, la capacità di creare testi originali, autorevoli e realmente utili diventa il vero fattore differenziante. Analizziamo quali sono i principi fondamentali per sviluppare contenuti che possano essere riconosciuti, valorizzati e selezionati dalle AI di nuova generazione.

L’Imperativo della qualità e dell’affidabilità

Nell’era dell’AI, la qualità dei contenuti non è mai stata così importante. Google premia contenuti che rispettano i principi E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness): esperienza reale, competenza, autorevolezza e affidabilità sono i pilastri per essere selezionati sia nelle SERP che nelle risposte AI.

L’originalità è un altro fattore distintivo: l’AI privilegia contenuti che offrono dati proprietari, analisi inedite, spiegazioni chiare su “come” e “perché”. Le affermazioni generiche, i claim pubblicitari vaghi e le “mezze verità” vengono ignorati: l’AI cerca informazioni verificabili, dettagliate e concrete.

Anticipare l’intento di ricerca nell’era conversazionale

Oggi, le keyword non bastano più. È essenziale comprendere e anticipare l’intento di ricerca, offrendo risposte complete, ricche di contesto e capaci di coprire tutte le sfaccettature di un argomento. La ricerca semantica diventa fondamentale: bisogna costruire una “mappa semantica” che includa sinonimi, concetti correlati e tutte le possibili sotto-domande che un utente potrebbe porsi.

Le AI sono progettate per gestire query conversazionali e multi-turn, cioè sequenze di domande e risposte. I contenuti devono quindi essere strutturati per rispondere a domande principali e anticipare quelle successive, intercettando l’intento “risolutivo” degli utenti che cercano soluzioni immediate e pratiche.

Per ottenere il massimo da questo approccio, una soluzione possibile è di prevedere per ogni macro-contenuto, una “pillar page” esaustiva, suddivisa in sezioni chiare e facilmente navigabili tramite un indice iniziale e titoli gerarchici (H2, H3, H4). In questo modo, sia gli utenti che le AI possono trovare rapidamente le informazioni di interesse, afferenti al tema in questione. Per approfondimenti verticali o domande molto specifiche, è utile creare pagine dedicate collegate internamente alla pagina principale: questa strategia, nota come “topic cluster”, migliora l’esperienza utente e aumenta le probabilità che i contenuti vengano selezionati dalle AI per rispondere a query articolate e conversazionali.

Tecniche di SEO copywriting per l’ottimizzazione AI (GEO-ready)

Con l’evoluzione delle AI generative, le tecniche di SEO copywriting devono adattarsi a nuovi criteri di leggibilità e selezione dei contenuti. Oggi, scrivere per il web significa strutturare testi che siano facilmente comprensibili sia dagli algoritmi che dagli utenti umani, curando ogni aspetto dalla chiarezza espositiva alla pertinenza delle informazioni. L’obiettivo è rendere i contenuti non solo “SEO-friendly”, ma soprattutto “GEO-ready”, ossia ottimizzati per essere scelti e valorizzati dalle nuove intelligenze artificiali che governano la ricerca. Vediamo quali strategie adottare per rendere i nostri contenuti realmente competitivi nell’era delle AI.

Struttura del contenuto per la leggibilità AI

Per rendere i contenuti facilmente interpretabili dalle AI, è fondamentale adottare una struttura chiara e ordinata. Ecco alcuni accorgimenti pratici per migliorare la leggibilità sia per gli algoritmi che per gli utenti.

  • Chiarezza e Gerarchia: usare titoli (H1) e sottotitoli (H2, H3) ben organizzati. Una struttura chiara facilita l’estrazione delle informazioni da parte dell’AI e migliora la leggibilità per l’utente.
  • Frasi concise e paragrafi brevi: prediligere la sintassi snella. Paragrafi brevi e focalizzati su un singolo concetto aiutano sia le AI che i lettori umani.
  • Punti elenco e liste numerate: le informazioni organizzate in elenchi sono più facilmente riconoscibili dagli algoritmi e aumentano la probabilità di essere selezionati nelle risposte AI.
  • Riassunti iniziali: introdurre fin da subito le idee chiave (ad esempio, in un box riepilogativo) facilita il lavoro dell’AI e aumenta le opportunità di essere scelti come snippet o nelle AI Overviews.

Contenuti rilevanti e coinvolgenti

Oltre alla forma, conta la sostanza: i contenuti devono essere utili, aggiornati e capaci di rispondere in modo approfondito alle domande degli utenti. Questi principi aiutano a creare testi che catturano l’attenzione delle AI e del pubblico.

  • Focus su “come” e “perché”: L’AI valorizza contenuti che spiegano processi e motivazioni, non solo descrizioni superficiali.
  • Frequenza e aggiornamento: La freschezza delle informazioni è cruciale. Aggiorna regolarmente i tuoi contenuti con nuovi dati e prospettive per mantenere alta la pertinenza.
  • Scrittura conversazionale: Usare un linguaggio naturale che risponda direttamente alle domande. Integrare domande e risposte in stile FAQ aiuta sia la SEO tradizionale che la nuova ricerca AI-driven.

Ottimizzazione multimediale e dati strutturati

Anche gli elementi visivi e i dati strutturati giocano un ruolo chiave nell’ottimizzazione GEO-ready. Di seguito, alcune best practice per garantire che tutti i tuoi contenuti, compresi quelli multimediali, siano accessibili e valorizzati dalle AI.

  • Descrizioni per l’AI: Immagini, video e podcast necessitano di alt text, didascalie e metadati descrittivi. L’AI non “vede” i contenuti visuali senza un supporto testuale.
  • Schema Markup: L’uso di dati strutturati (schema.org) aiuta le AI a comprendere e presentare meglio le informazioni, facilitando l’inclusione dei contenuti nelle risposte sintetiche.
  • Accessibilità: Evitare barriere come paywall rigidi o login complicati. Un sito accessibile favorisce l’indicizzazione e la selezione dei contenuti da parte delle AI.

Il ruolo indispensabile dell’umano nell’era dell’AI

Nonostante i progressi straordinari dell’intelligenza artificiale, il contributo umano resta centrale nella creazione di contenuti di valore. Le macchine possono automatizzare processi e supportare l’ottimizzazione, ma è l’uomo a garantire autenticità, originalità e una reale connessione con il pubblico. In un contesto dove l’AI è sempre più presente, comprendere il ruolo insostituibile della componente umana diventa essenziale per distinguersi e costruire una strategia di content marketing efficace e sostenibile.

L’AI come strumento, non sostituto

L’intelligenza artificiale è uno strumento potentissimo, ma non può sostituire la creatività, l’intuizione, l’empatia e la comprensione profonda del pubblico che solo l’essere umano possiede. La supervisione umana resta indispensabile per definire l’intento di ricerca, scegliere le parole chiave corrette, garantire originalità e valore per l’utente, e “umanizzare” i testi generati dall’AI.

Oggi, la maggior parte degli utenti riconosce facilmente i contenuti generati dall’AI (oltre il 70% per le immagini, oltre l’82% per i testi). Google, dal canto suo, penalizza i siti che affidano tutto all’AI senza revisione umana, con possibili danni alla reputazione del brand.

L’approccio ibrido: human content marketing + GEO content marketing

La chiave per emergere nella nuova ricerca è la sinergia tra creazione di contenuti autentici e coinvolgenti (Human Content Marketing) e ottimizzazione per i motori AI-driven (GEO Content Marketing). Analisi esaustive, ben documentate e con un punto di vista autorevole sono fondamentali per distinguersi.

Strumenti e monitoraggio per l’AI copywriting di successo

Per ottenere risultati concreti nel copywriting ottimizzato per l’AI, non basta creare contenuti di qualità: è indispensabile affidarsi a strumenti avanzati e adottare un approccio data-driven. L’analisi delle keyword, il monitoraggio delle performance e l’aggiornamento continuo sono elementi chiave per mantenere alta la competitività e garantire che i propri contenuti restino rilevanti per utenti e algoritmi. Vediamo quali strumenti possono supportare ogni fase del processo e come impostare un monitoraggio efficace per adattarsi rapidamente ai cambiamenti del panorama digitale.

Strumenti per la ricerca e l’analisi

Per costruire una strategia di AI copywriting efficace, è fondamentale scegliere gli strumenti giusti che supportino ogni fase, dalla ricerca delle keyword all’analisi dei dati. Ecco una panoramica delle principali soluzioni che possono aiutarti a individuare opportunità, generare idee e ottimizzare i tuoi contenuti in modo data-driven.

  • Ricerca keyword e intenti: Strumenti come Google Keyword Planner, Google Suggest, Google Trends e UberSuggest sono fondamentali per individuare le parole chiave più rilevanti, analizzare i volumi di ricerca e intercettare i trend emergenti nel proprio settore. Oltre alle keyword, oggi è essenziale analizzare anche le intenzioni di ricerca associate, per comprendere quali domande e bisogni si celano dietro le query degli utenti. Integrare questi dati nella strategia di contenuto permette di anticipare le richieste sia degli utenti sia delle AI.
  • AI per spunti e idee: Piattaforme come ChatGPT, Gemini e Copilot sono strumenti preziosi per il brainstorming e l’organizzazione di concetti. Possono essere utilizzati per generare idee di contenuto, simulare domande degli utenti, costruire mappe semantiche o suggerire titoli accattivanti. Tuttavia, è importante ricordare che queste AI non forniscono dati precisi sui volumi di ricerca o sulle tendenze reali: vanno quindi integrate con strumenti di analisi quantitativa per una strategia completa.
  • Analisi dati avanzata: Soluzioni come Quadro, Microsoft Power BI, Akkio, MarketMuse e Clearscope consentono di raccogliere, visualizzare e interpretare grandi quantità di dati, profilare i clienti, individuare pattern di comportamento e pianificare strategie data-driven. Questi strumenti permettono di valutare la qualità e la pertinenza dei contenuti, identificare opportunità di miglioramento e misurare l’impatto delle azioni di copywriting e SEO in modo scientifico.
  • SEO Tools: Piattaforme come SEMrush e SEOZoom offrono funzionalità avanzate per monitorare le SERP sempre più influenzate dall’intelligenza artificiale. Permettono di analizzare quali domande e argomenti vengono considerati prioritari dalle AI, monitorare il posizionamento dei propri contenuti rispetto a quelli generati dalle AI e identificare nuove keyword o intenti di ricerca su cui lavorare. Inoltre, consentono di tenere traccia delle performance rispetto alla concorrenza e di adattare tempestivamente la strategia.

Monitoraggio e adattamento continuo

Una volta pubblicati i contenuti, il lavoro non finisce: monitorare costantemente le performance e aggiornare le strategie è essenziale per restare competitivi. Di seguito, alcune best practice e strumenti utili per misurare i risultati e mantenere la qualità e la rilevanza nel tempo.

  • Misurare il rendimento: Monitorare costantemente le performance dei contenuti è fondamentale per capire cosa funziona e cosa può essere migliorato. Strumenti come Google Analytics e Search Console permettono di analizzare metriche chiave come le conversioni, il tempo di permanenza sul sito, il tasso di rimbalzo e le fonti di traffico. In particolare, è utile osservare il comportamento degli utenti provenienti dalle AI Overviews: spesso questi clic sono più qualificati, con utenti più coinvolti e propensi a compiere azioni di valore sul sito.
  • Combattere il “content decay”: Il “content decay” è il naturale declino delle performance di un contenuto nel tempo, dovuto all’obsolescenza delle informazioni o all’emergere di nuovi competitor. Per contrastarlo, è importante aggiornare regolarmente i contenuti, integrare nuovi dati, rispondere a domande emergenti e monitorare costantemente la visibilità organica. Solo così si può garantire che le AI continuino a selezionare e valorizzare i propri contenuti nelle risposte sintetiche, mantenendo alta la pertinenza e l’autorevolezza del sito nel tempo.

Il futuro è la collaborazione e l’unione di conoscenze, umane e tecnologiche

La SEO, lungi dall’essere superata, sta attraversando una delle sue evoluzioni più profonde e decisive: la Generative Engine Optimization (GEO) è ormai la nuova frontiera dell’ottimizzazione digitale. In questo contesto, la vera sfida non è solo adattarsi, ma saper integrare in modo sinergico le competenze umane con le capacità delle intelligenze artificiali. Il successo nel panorama della ricerca online di nuova generazione si costruisce proprio su questa alleanza: la profondità, la creatività e la sensibilità dell’intelligenza umana si fondono con la potenza di calcolo, la velocità e la capacità di analisi delle AI.

Dal punto di vista operativo, questo significa progettare contenuti che siano davvero “prompt-ready”, ovvero capaci di rispondere non solo a query classiche, ma anche a richieste conversazionali e multi-turn tipiche dei Large Language Models. La struttura del testo deve essere pensata per l’interazione, suddividendo i contenuti in sezioni tematiche, anticipando le domande dell’utente e offrendo risposte chiare e contestualizzate. L’ottimizzazione “LLM-compatible” richiede inoltre una scrittura priva di ambiguità sintattiche, arricchita da contesto semantico e supportata da dati strutturati, come il markup schema.org. È fondamentale curare ogni dettaglio: dai titoli gerarchici alle descrizioni dei contenuti multimediali, fino all’inserimento di metadati che facilitano la comprensione e l’estrazione delle informazioni da parte delle AI.

Un altro pilastro della nuova ottimizzazione è la “citation-optimization”: le AI premiano i contenuti originali, ben documentati e ricchi di riferimenti a fonti autorevoli. Citare studi, dati proprietari e documentazione ufficiale non solo rafforza la credibilità agli occhi degli utenti, ma aumenta anche le possibilità di essere selezionati e valorizzati nelle AI Overviews e nelle risposte generative. Implementare dati strutturati relativi ad autore e citazioni rappresenta un ulteriore vantaggio competitivo.

Tutto questo, però, non basta se non viene accompagnato da un monitoraggio costante e da un adattamento continuo. La GEO impone un approccio iterativo: analizzare i risultati, aggiornare i contenuti in base alle nuove query e alle esigenze emergenti, sperimentare nuove soluzioni e rimanere sempre pronti a reagire ai cambiamenti degli algoritmi e dei comportamenti degli utenti. In questo scenario, l’utilizzo di strumenti avanzati di business intelligence, analisi semantica e monitoraggio delle SERP guidate dall’AI diventa imprescindibile.

Esiste un touchpoint tra brand e AI nella customer journey

In TSW crediamo che il vero valore si generi dall’incontro tra competenze storiche in ambito SEO, ricerca qualitativa e sperimentazione delle nuove tecnologie. Proprio su questi temi, durante il nostro recente evento dedicato alle nuove esperienze di marca nell’era dell’AI, abbiamo esplorato con i nostri clienti come i modelli linguistici generativi (LLM) stiano diventando un nuovo, fondamentale punto di contatto nella customer journey. Un touchpoint che, se compreso e gestito strategicamente, può incidere profondamente sulla qualità dell’esperienza vissuta dalle persone e sulla visibilità dei brand.

Il nostro approccio integra ascolto, osservazione e progettualità, per aiutare le aziende a leggere e valorizzare la narrazione che le AI costruiscono intorno ai brand, e trasformare questa nuova dimensione della ricerca in un asset competitivo e realmente orientato alla migliore user experience possibile.

4 novembre 2025 Gilberto Marciano

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TAG: brand perception UX e UI digital marketing SEO customer journey