Intervista al CEO di NuConomy Shahar Nechmad

Oggi intervistiamo Shahar Nechmad, CEO di NuConomy, il software che concentra il proprio focus sul tasso di coinvolgimento degli utenti nei siti (User Engagement).

1)  Raccontaci un po’ dell’azienda: come e quando è nata, perché avete sentito l’esigenza di crearla assieme al software, qual è l’evoluzione prevista…

NuConomy è nata poco più di due anni fa, l’ho fondata insieme a Haggai Shachar; prima lavoravamo entrambi per la Microsoft.

A dire il vero NuConomy è nata da un’idea totalmente diversa. Inizialmente pensavamo che il mondo del UGC e dell’interazione sociale online cambiasse completamente il mondo dei media. Mentre oggi i giornali pagano tantissimo i loro top reporter, i nuovi siti 2.0 ricevono in modo totalmente gratuito i loro contenuti da parte di migliaia di utenti. Ovviamente, sappiamo tutti che il contenuto di qualità, quello che porta l’80% del business, è generato praticamente solo dal 2% degli utenti.

Quindi, abbiamo cominciato a creare una community con una piattaforma di back end in grado di misurare e capire il concetto di collaborazione da parte degli utenti: quali contribuiscono maggiormente al business generato e come ricompensarli. Mentre lavoravamo allo sviluppo del nostro progetto, ci siamo guardati in giro e siamo rimasti totalmente sorpresi dal vedere che nessun sistema di analisi statistica presente nel mercato fosse in grado di misurare le diverse interazioni degli utenti.
Tutti si concentravano sulle page views (non mi scorderò mai lo sguardo del team di Google quando ha visto il nostro beta iniziale :-) ).
A questo punto abbiamo deciso di abbandonare lo sviluppo del sito e di focalizzarci solamente sul software per la misurazione dei dati. Rispetto ad altri fornitori però, avevamo una visione diversa del prodotto. La decisione di rendere il nostro sistema gratuito è nata da una serie di ragioni:

  • Volevamo sviluppare un prodotto che cambiasse veramente il web. Qualcosa di adatto anche alle aziende appena nate, non solo a quelle grandi e già prosperose.
  • Ancora oggi pensiamo che i report sono importanti, ma non sono l’obiettivo finale. Ci sono molte cose che si possono (e si dovrebbero) fare con i dati ottenuti, oltre alla reportistica. Molti report potrebbero essere monetizzati meglio rispetto alla semplice vendita di una licenza per una software di Web Analytics.

 

E quindi abbiamo deciso di creare l’azienda in due fasi: la fase 1 includeva la realizzazione del software di analisi che permettesse ai nostri clienti di capire meglio il loro business; la fase 2 era l’integrazione di un sistema di advertising che aiutasse i nostri clienti a monetizzare meglio i sistemi utilizzati.

2)  Qual e’ l’importanza, secondo te, del cambiamento delle metriche di analisi con l’avvento del web 2.0?

Credo che il modo di fare Web Analytics sia completamente cambiato negli ultimi due anni. Appena iniziato nessuno capiva veramente cosa si intendesse con tracking attention e engagement, mentre oggi questi termini sono tra i temi più caldi del settore. Tutti capiscono che le page views non sono tutto. Oggi il web è incentrato completamente sulla misurazione delle interazioni e sull’analisi del comportamento degli utenti con il sito, con i brand, con le diverse aree di interesse.

3)  Quali sono i principali KPI da monitorare nel 2.0? E come vanno interpretati?

Noi crediamo molto nelle metriche di engagement. Non serve a niente portare un utente sul tuo sito se questo guarda una pagina e poi se ne va. Vuoi utenti che interagiscono con i contenuti del sito; un utente fidelizzato porterà sul sito anche i suoi amici.
Detto questo, il concetto di engagement oggi genera ancora molti problemi ma speriamo che noi, come settore, possiamo risolverli nei prossimi anni:

  • L’engagement è qualcosa di molto diverso da sito a sito. Non  puoi confrontare l’engagement di un blog con quello di un sito di retail o di incontri. In ognuno di questi esempi, l’engagement è la combinazione di diverse interazioni da parte dell’utente. Ogni interazione ha un peso diverso nel decidere quanto importante è la misurazione dell’engagement. Per esempio: in un sito di incontri, l’attività di spedire messaggi agli altri iscritti è un indicatore di engagement molto più importante del page view. In un blog, l’attività di scrivere un commento indica molto più engagement  con il contenuto che leggere semplicemente i post. Questo è esattamente il primo concetto che abbiamo introdotto nella nostra piattaforma; l’abilità di creare queste formule di engagement.
  • Sino a quando non avremo degli standard per misurare l’engagement, queste metriche non possono essere usate come valute. E sino a quando non saremo in grado di usarle come valute, non saranno le metriche che guideranno i nostri ricavi.
    Gli inserzionisti invece dovrebbero puntare sull’engagement, in base a questo dovrebbero scegliere su quali siti mostrare i loro annunci. Questo credo che succederà, ma è un processo che richiede tempo.

 

4)  In generale, quali sono le prospettive future per la WA?

Ho sempre detto che se ti offro un sistema che ti fa sedere davanti ai report 8 ore al giorno, probabilmente ho sprecato 7 ore del tuo tempo.
Tantissime persone e aziende spendono molti soldi e risorse nella Web Analytics, ma alla fine non sfruttano bene i risultati che vedono.
E questo è il motivo per il quale abbiamo introdotto un API completamente a due vie per i nostri dati. Incoraggiamo i nostri clienti a non guardare semplicemente i dati, ma a strumentalizzarli in modo automatico e usarli per modificare il sito dinamicamente. Questo è come la Web Analytics può davvero influenzare il tuo business.
Oltre a tutto ciò, penso che le persone si stiano stancando di sistemi con oltre 1000 report. Nel mondo odierno di Twitter, Facebook, blogs e altre attività che ti portano via tempo, nessuno ha tempo di guardare i report tutto il giorno. Il futuro della Web Analytics è in un sistema che ti dia delle risposte e sulla base di queste ti aiuti ad agire immediatamente. Di recente abbiamo lanciato il nostro motore di analisi proattive. È un motore di estrazione dati che ritaglia e organizza i dati in maniera completamente automatica, e ti restituisce solamente i risultati ai quali sei interessato. Il lavoro umano è di strumentalizzare i dati non di organizzarli e di personalizzarli a seconda delle diverse necessità.

Sino ad oggi credo che la Web Analytics sia come Microsoft Office: ci investi tanti soldi e poi usi solamente l’8% delle sue funzionalità e capacità. Credo che l’analytics debba essere e sarà il motore dietro ai contenuti, alle personalizzazioni, alle raccomandazioni, alle implementazioni SEO e anche naturalmente all’advertising del sito. Tutto questo dovrebbe essere fatto in maniera automatica; i report Microsoft Excel non cambiano il tuo business.

8 aprile 2009 Enrico Pavan