Co-discovery test: scoprire insieme le barriere di usabilità

Svolgere un test di usabilità con due utenti contemporaneamente: con il Co-discovery test si può!

Al WIAD (World Information Architecture Day) di quest’anno, a Bologna, sono emersi interessanti spunti per quanto riguarda l’Architettura dell’Informazione e l’Usabilità . Tra questi, una modalità di test di usabilità poco conosciuta e ancor meno diffusa in Italia: il co-discovery test.

Questa tipologia di test di usabilità prevede che gli utenti interagiscano in coppia, utilizzando un prodotto digitale – un sito web, un’applicazione mobile, un m.site o un ecommerce – con l’obiettivo di portare a termine un set di compiti loro assegnati.

In breve, i due utenti interagendo tra loro apprendono e scoprono progressivamente un sistema a loro sconosciuto, facendo emergere le possibili barriere di usabilità.

In cosa si differenzia?

Il co-discovery test presenta molte similarità con quelli di usabilità tradizionale:

  • è presente un facilitatore;
  • gli utenti devono portare a termine un compito;
  • durante la prova devono parlare a voce alta adottando la metodologia del think aloud;
  • la sessione viene audio-video registrata.

 

La differenza sostanziale sta nel fatto che durante il test sono presenti contemporaneamente due utenti. Queste due persone, cooperando e interagendo, scoprono per la prima volta un prodotto digitale  (un sito internet, un’applicazione mobile, un’interfaccia) e cercano di completare dei task assegnati dal facilitatore.

Cosa è importante e cosa no?

Entrando nel dettaglio delle caratteristiche del co-discovery, possiamo coinvolgere persone che già si conoscono oppure che non si sono mai viste prima. Tuttavia la conoscenza pregressa tra le persone può agevolare e semplificare l’esperienza.

Per alcuni tipi di test infatti, come ad esempio quelli con bambini, la partecipazione di una  persona conosciuta, ad esempio un genitore, ne favorisce la buona riuscita. Si consiglia, quando possibile, di  lavorare con coppie di conoscenti per evitare un iniziale disagio che comunemente le persone hanno con gli sconosciuti.

Per una buona riuscita del test, ciò che è veramente importante, è che le persone coinvolte non conoscano il sito internet o l’applicazione mobile che devono testare.

Come si svolge?

Dopo aver parlato dei partecipanti al test passiamo alla parte più interessante: il suo svolgimento.

I due utenti si trovano in una stanza con un facilitatore. Uno dei due partecipanti legge i compiti a voce alta. L’altra persona coinvolta, naviga l’interfaccia col mouse o con lo smartphone spiegando e commentando.

Insieme, le due persone parlano e discutono allo scopo di completare positivamente il compito dato.

In tutto questo, risulta comunque importante la figura del facilitatore, lo specialist che modera e facilita i test:

  • deve prendere appunti e notare attraverso il dialogo e le azioni le eventuali problematiche;
  • deve invogliare le persone a comunicare le loro azioni e parlare con il lorosparring partner;
  • svolge il ruolo di supervisore con l’obiettivo di evitare divagazioni rispetto al compito principale;
  • gestisce il tempo dedicato al singolo compito ed interrompe qualora fosse necessario o si presentassero degli ostacoli tecnici.

 

Quali sono i principali  vantaggi del co-discovery test?

I vantaggi sono molteplici:

  • il dialogo tra i 2 partecipanti rende naturale e non invasivo il prezioso momento di condivisione da parte delle persone perché emergono naturalmente le problematiche;
  • particolarmente utile per situazioni complesse (utenti con diversi skills fanno emergere cose diverse) ed esperienze con bambini;
  • è probabile trovare criticità e barriere che in esami normali potrebbero passare inosservati.

 

Avete un sito e volete testare le nuove funzionalità implementate? Perché non pensare ad un co-discovery test e contattarci?

29 aprile 2015 Nicolò De Uffici