Gli Analytics hanno prima di tutto valore strategico per le imprese e per le Pubbliche Amministrazioni. Grazie all’analisi dei dati, infatti, riusciamo ad evidenziare i vantaggi di competitività, redditività, tempestività ed aumento di efficacia nei processi decisionali di business e di marketing.
Vi presentiamo oggi i principali risultati della ricerca dell’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano, che ha studiato i trend del 2015 sull’analisi dei dati a livello aziendale e di tutte le attività di Web e Digital Analytics.
La prima risposta che questo report ci dà è quella alla domanda: “Quanto valgono in Italia gli Analytics nel 2015?” Ebbene, hanno un valore di mercato di 790 milioni di €, e questo dato è in crescita del 14% rispetto al 2014.
In particolare, la Digital Analytics sono composti per l’84% da Business Intelligence (+11%) e per il 16% da Big Data (+34%). Come si vede, crescono in particolare i Big Data.
I settori economici trainanti sono quello delle banche (il 29% delle aziende utilizza sistemi integrati di Analytics), delle tele-comunicazioni e media (14%), seguiti da Pubbliche Amministrazioni e Sanità, altri servizi, GDO, utility e assicurazioni. I tassi di crescita più interessanti nell’analisi dei dati però riguardano in particolare il settore delle assicurazioni.
Sembra comunque, più in generale, che le aziende italiane stiano comprendendo sempre di più l’importanza di estrarre evidenze dai dati, anche se il percorso è ancora lungo da compiere prima di arrivare all’implementazione di strategie di digital business data-driven.
Chi utilizza maggiormente i dati? Nelle aziende si tratta delle funzioni Marketing & Sales, Finanza e Controllo, Sistemi Informativi, Acquisti, Produzione, e Supply Chain Management.
Nel 26% delle organizzazioni del campione del Politecnico è presente un Chief Data Officer, il 30% ha nel proprio organico figure di Data Scientist, ma nella maggioranza dei casi la responsabilità della Web Analytics spetta ancora a generici decisori della funzione Information & Communication Technology.
Soffermiamoci un attimo sui Big Data. La crescita più corposa è rappresentata da questi, con un aumento del 34% nell’ultimo anno. Il 96% degli intervistati ritiene che quello dei Big Data sia un trend assolutamente rilevante, in modo che possa fare evolvere il modello di impresa (o forse rivoluzionarlo?). Più di due terzi del campione ammette però che non vengano ancora comprese le enormi potenzialità dei Big Data. Solo il 4% del campione non li conosce.
Perché i Big Data sono sempre più importanti? I Big Data sono generati da qualsiasi processo digitale e da qualsiasi conversazione sui social media: sono attorno a noi e sono presenti in tutte le cose che facciamo. Ogni azione può essere registrata attraverso un dato, e tutte le nostre azioni digitali – inserite in dei dataset di enorme, inimmaginabile dimensione – costituiscono quindi i big data.
I big data ci arrivano da più fonti a una velocità e con una varietà allarmanti. Come dicevamo all’inizio, è necessario estrarre valore strategico da questi dati. Ma come? Sono necessari gli strumenti giusti, capacità di Web Analytics e forti competenze.
Gli strumenti di analisi più utilizzati sono quelli di visualizzazione dati e informazioni (65%) e quelli per la produzione di reportistica (68%). Noi in azienda utilizziamo Google Analytics, in primis, di cui siamo tra le poche agenzie in italia ad avere la certificazione Premium, Adobe Marketing Cloud e WebTrends.
Ma nessuno strumento può fare il lavoro da sé: servono persone, che con la loro passione e con le loro abilità, nonché con la loro voglia di crescere e di comprendere, governino i processi di elaborazione dei dati per poterli sfruttare in ottica strategica.
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