PHP per il mondo enterprise, dal PHPday 2009

Il PHPday, convegno italiano dedicato allo sviluppo del linguaggio PHP in ambito professionale, quest’anno si è svolto a Verona.

Tra i tanti partecipanti c’eravamo anch’io e il mio collega Andrea Formentin, pronti a captare tutte le news e le tendenze dal mondo della programmazione per il web :-)

I seminari erano molti e con diversi target di utenza, infatti oltre all’argomento principale, il web development, si è parlato anche di sviluppo agile, di contratti e preventivi, di server e di pratiche di sicurezza.

In questo post mi soffermerò sul seminario che mi ha coinvolto di più, il “PHP per il mondo enterprise”.

Capita che le aziende che vogliono sviluppare un’applicazione “enterprise” non usino PHP credendo che non sia un linguaggio pronto a supportare utilizzi di questo tipo.
Per dimostrare l’erroneità di questa affermazione il relatore Francesco Fullone (aka fullo) ha portato i seguenti esempi di grandi aziende che usano PHP: Yahoo!, IBM, Wikipedia, Facebook, BWIN, PayPal.
Difficilmente grosse realtà come quelle sopra citate avrebbero adottato un linguaggio non enterprise ready.

Si è proseguito parlando del supporto commerciale del quale sembrerebbe sfornito PHP, ma anche questo non è del tutto vero. Al convegno è emerso che ci sono molte aziende che offrono supporto commerciale per i loro prodotti legati al PHP, quali Zend, Microsoft o IBM.

Quindi si è discusso di come non manchino software di sviluppo validi (e per tutte le tasche) come ad esempio NetBeans o Zend Studio; framework efficienti come Symfony o CakePHP e tool di test come PHPUnit o SimpleTest.

Altra caratteristica indispensabile per un linguaggio enterprise è l’essere object oriented e questo è stato il tasto dolente di PHP, ma solo per le versioni precedenti alla 5, nella quale è stato realmente implementato un sistema ad oggetti.

Dopo aver appreso tutto ciò, è difficile pensare che PHP possa ancora essere considerato immaturo per le applicazioni enterprise: allora cosa ha determinato questa cattiva nomea?

Paradossalmente è proprio la sua semplicità. Questa, infatti, ha spinto molti programmatori in erba a scrivere i loro applicativi in PHP al posto di linguaggi più difficili e vincolanti, facendone un uso non sempre aderente agli standard di affidabilità, sicurezza e scalabilità.

In conclusione PHP è un’arma potente per gli sviluppatori, ma come per tutti i linguaggi è il suo uso che determina la qualità del risultato.

Voi che cosa ne pensate?

29 maggio 2009 Alberto Narda