PM secondo noi: visione e relazione

Parto dalla mia personale esperienza per raccontare cosa significhi in TSW gestire un progetto o meglio stabilire una relazione con il cliente che sia di lungo termine e soddisfacente per entrambi.
Poche parole su di me: sono arrivata in TSW come SEO Specialist, ho vissuto con passione ed intensità questo lavoro, poi l’azienda e le persone sono cresciute, ed eccomi ad interpretare il ruolo di Project Manager, ma in modo del tutto originale rispetto ai canoni classici.

Mi spingo a dire questo perchè mi sembra riduttivo parlare di Project Management come gestione, la parola visione racconta forse in modo più completo quello che facciamo. La parte di gestione ovviamente è importantissima, a questa però abbiamo la fortuna di poter agganciare esperienze e competenze, tecniche e umane, acquisite strada facendo. Una fortuna ribadisco, perché questa flessibilità permette a noi ed al progetto di esprimerci con creatività, di crescere nel tempo, di raccogliere le sfide che non mancano mai, soprattutto in un contesto ad alta velocità come il nostro. Scherzosamente la definirei una chiamata a propagare il “Verbo” del Search Marketing! :-)

In che modo possiamo definire il nostro approccio?
Forse alcune indicazioni di lavoro possono raccontarci in modo più chiaro e concreto.

Ecco quindi una mini lista con gli ingredienti per la realizzazione di un buon progetto di Search Marketing. Il vantaggio del formato lista è che potete stamparla e tenerla sempre sott’occhio, se volete (la collocazione ideale di solito è il frigo ;-) )

Il menu del giorno propone:

Basta con il solito posizionamento, visibilità è anche questo
Essere posizionati è necessario ma non sufficiente. Se il cliente ad esempio vuole vendere un prestito, ed è primo con la parola chiave “prestiti in Svizzera” su oltre 600.000 documenti presenti in Google.it, non è detto che sia un ottimo risultato, soprattutto se non fa credito in Svizzera ;-) . Cercate piuttosto di capire tramite statistiche, CRM e tutti gli altri strumenti disponibili, quali sono le parole chiave che davvero intercettano il target migliore. L’utente arriva sul sito con una serie di attese, attese che avete a vostra volta nei suoi confronti. Cercate una convergenza: accessibilità, usabilità, contenuto, call to action devono diventare i vostri mantra. Visibilità, poi, non significa necessariamente solo Posizionamento Organico, solo Pay Per Click o solo motori di ricerca tradizionali. Pensate a 360°.

Entrate a far parte del “mondo” del cliente
Il primo punto della lista presuppone questo secondo. Dovete quindi capire:

  • quali sono i target: ad esempio per una società di prestito consolidata e che non ha bisogno di farsi una banca dati può essere conveniente ricevere meno richieste ma più qualificate
  • quali sono gli obiettivi a vari livelli (quelli del vostro referente e quelli dell’azienda, compresi quelli non trasmessi ma percepiti “a pelle”)
  • qual è il contesto competitivo in cui andate ad agire: online e offline, diretto ed indiretto (non è detto che un sito venga considerato un competitore diretto dal vostro cliente solo perché ha migliori posizionamenti).

 

Conoscete le persone con cui collaborate, incontratele periodicamente, date un volto ai nomi: aiuta voi e il vostro cliente a non prendere pause / assopimenti di cui alla lunga pentirsi, aiuta a sviluppare nuove idee e nuovi progetti e a favorire l’avanzamento di quelli in corso.

Identificate le relazioni e le logiche aziendali
Capire chi fa cosa è essenziale se non volete affondare come il Titanic, soprattutto se state lavorando con un’azienda strutturata e stratificata. Spesso è difficile. E’ una delle prime cose da fare, perché spiana la strada a tutto il resto. Oltre a questo, è fondamentale anche comprendere gerarchie e responsabilità. Una volta che avete un quadro complessivo, individuate un referente di progetto, meglio se unico, per evitare dispersioni e disordine nelle attività e nelle comunicazioni.

Conoscete per proporre
Tutti abbiamo bisogno di punti di riferimento per orientarvi. Lo stesso vale per i vostri clienti, che devono sapere su chi e su cosa contare per la risoluzione di problemi senza doverci più pensare. Dimostrarvi affidabili ed entrare in un’ottica propositiva è fondamentale per la consulenza e per la crescita del progetto. Conoscervi fa bene ad entrambe le parti e vi aiuta a comprendere ed anticipare le esigenze dei clienti, ma anche a fare delle proposte sostenibili oltre che utili.

Progettate a lungo termine, ma strizzate l’occhio alla politica dei piccoli passi
Pensate in grande ma ragionate anche per obiettivi intermedi, creando spazi e tempi di verifica nel corso del progetto. Frammentare un grande problema in micro-problemi aiuta a ridurne la complessità, allo stesso tempo offre l’opportunità di poter apportare delle revisioni e dei miglioramenti in corsa.

Utilizzate la forza del gruppo
E’ vero, non tutti devono per forza sapere tutto, ma non dimenticatevi che molte teste insieme funzionano meglio di una sola, anche se questa ha QI eccezionale o è la vostra :-) . Fare brainstorming, coinvolgere il gruppo porta un grande arricchimento: permette di utilizzare al meglio i diversi skills che avete a disposizione. Questo implica anche che non dovete sottovalutare la motivazione e la crescita del vostro team interno.

Trovate l’armonia tra gli elementi, sfruttate la magia del marketing mix
Ecco un’altra parola chiave da non dimenticare: integrazione; in questo caso mi riferisco alle strategie e ai diversi servizi attivati per un brand. In un progetto di marketing intervengono molte professionalità diverse, sia vostre che del cliente. Il team allargato deve agire in modo coordinato, come fosse un’orchestra, guidato da un direttore che conosca lo stato dell’arte di ogni singolo musicista. Questo riduce la spesa ed il dispendio di energie, portando ad una maggiore efficacia.

Richiedete feedback e misurate i risultati, attivate il circolo virtuoso
Misurare i risultati significa controllare ad ogni step come stanno funzionando le cose e se gli obiettivi sono stati raggiunti. Come fare? Instaurando un dialogo continuo con il vostro cliente, richiedendo feedback per allinearvi di volta in volta, seguendo il progetto durante tutto l’arco dello sviluppo. Un buon processo di ottimizzazione è quello che non si ferma alla fase di misurazione e controllo, ma mette in atto continue attività di revisione e miglioramento, misurandone ancora l’efficacia, attivando un circolo virtuoso.

Una summa? Non smettere mai di imparare, non smettere mai di divertirsi! ;-)

4 agosto 2008 Roberta Fruscalzo