Psicologia e orientamento nel Web

Immaginate una via lunga e diritta sulla quale si affacciano due lunghe schiere di villette tutte uguali. La prima volta che siete andati da un amico che abita in quella strada avete fermato la macchina, siete scesi e avete cercato l’ingresso con il numero di casa che vi era stato dato. La seconda volta che avete tentato di arrivare direttamente di fronte all’entrata vi siete trovati in forte imbarazzo perchè era tutto omogeneo e, senza ricordare il numero, non siete riusciti a trovare l’ingresso di casa del vostro amico.
Finalmente, dopo aver letto i nomi sui campanelli siete riusciti nel vostro intento.

Quindi, in uno scenario in cui tutto è uniforme , è difficile distinguere degli elementi percettivi che possono servire da punti di riferimento.

L’uomo si impadronisce dell’ambiente attraverso delle strutture percettive guida, che vengono meno in uno scenario in cui tutto è uniforme. Per potersi muovere con disinvoltura ha bisogno di identificare dei punti di riferimento all’interno dell’ambiente che lo circonda, anche se magari questi non sono considerati a prima vista come fondamentali.

Vi pongo un altro esempio. Pensiamo a quando ci si mette alla guida di un auto con i vetri ghiacciati, dove abbiamo solo una piccola porzione di visuale a disposizione per vedere ciò che sta davanti a noi.

Sebbene noi vediamo dove stiamo andando, non sono visibili le configurazioni percettive che normalmente guidano i nostri spostamenti: il ciglio della strada, gli specchietti retrovisori, ecc. Questi elementi, che apparentemente in una situazione di normali condizioni riteniamo secondari, ci permettono di muoverci in sicurezza e senza di essi la nostra guida diventa pericolosa.

Voi direte ma che cosa centra questo con un blog che parla di web?

Questo contenuto iniziale è ripreso dal libro di psicologia generale scritto da Sergio Roncato, professore di psicologia generale all’Università di Padova, che mostra dei parallelismi molto stretti tra ciò che viviamo tutti i giorni nel mondo reale e le esperienze di navigazione nei siti web.

Molto spesso il modo in cui l’uomo si orienta nello spazio e negli ambienti del mondo reale è lo stesso in cui attualmente si orienta nel web: è possibile applicare metodi di information architecture per progettare spazi (qui qualche esempio interessante ) o usare i modelli mentali  per progettare interfacce web usabili.

Una strada diritta con tutte le case uguali, può essere comparata ad una pagina web dove non vi sono elementi in risalto. L’utente in questa pagina deve trovare il link che gli permette di soddisfare un suo bisogno: tutto è apparentemente uguale e da un esame veloce dell’interfaccia (ambiente) non si distinguono punti di riferimento in grado di aiutarlo. E’ quindi costretto a leggere tutte le etichette e le informazioni presenti (nomi sui campanelli) per trovare il link corretto (ingresso della casa dell’amico).

Labirinto xCredits: http://www.webalice.it/aekyoungkim/images/Labirinto_pilastro_Duomo Lucca.jpg

Per dare dei punti di riferimento all’utente ci sono diversi piccoli accorgimenti da prendere in considerazione:

  • utilizzare font diversi a seconda dell’importanza dell’elemento (titoli, sottotitoli);
  • usare sempre una titolazione di pagina;
  • utilizzare le breadcrumbs;
  • rendere linkabile il logo in alto a sinistra del sito con destinazione homepage;
  • dare un menù di navigazione che permetta di vedere a primo acchito quali sono i contenuti del sito;
  • ecc.

 

L’orientamento all’interno dell’interfaccia è fondamentale, ma spesso non viene agevolato da chi sviluppa il sito web: il perché è spiegato nel secondo esempio.

Un uomo alla guida crede che ciò che vede davanti a sé, ovvero la strada, sia l’unica cosa importante per espletare il suo compito, ma solo quando si trova in una situazione di visuale limitata capisce lo smarrimento e l’importanza di elementi secondari.

Allo stesso modo, chi lavora alla costruzione di un sito web può trovarsi involontariamente nella situazione in cui dà fin troppa importanza ad alcuni aspetti particolari del contenuto, a scapito di elementi secondari che sono invece fondamentali per gli utenti, per orientarsi ed avere una user experience soddisfacente.
Si finisce, quindi, per non tenere conto delle breadcrumbs o della coerenza dei font, e di controllare invece in maniera ossessiva e maniacale il copy, oppure l’impatto di colori di due immagini inserite in uno slideshow, ecc.

Sono sicuro che quasi tutti i lavoratori del web che stanno leggendo il post almeno una volta si saranno trovati in una situazione simile. La prossima volta, spero che queste considerazioni potranno essere utili. :-)

29 giugno 2010 Andrea Vit