Sulle tracce di Google Chrome

E’ da poco uscito Google Chrome e ho l’impressione che il punto non sia tanto discutere se Chrome sia buono o cattivo quanto piuttosto leggere nel nuovo browser la visione strategica di Google, soprattutto in relazione alla gestione dei dati personali e delle tracce di navigazione.

Di seguito alcuni aspetti del nuovo browser che mi hanno colpito.

1 – Non sono riuscito a impostare il browser affinché non memorizzi la cronologia di navigazione, è necessario aprire ogni volta una finestra “di navigazione in incognito”. Non esiste quindi la possibilità di impostare un blocco permanente della cronologia ma bisogna ogni volta fare lo sforzo di aprire appositamente una finestra “in incognito”, in poche parole Chrome dice: lo storico della tua navigazione viene sempre registrato, se questo non ti va, apriti ogni volta una finestra apposita.

2 – La casella di testo per digitare l’url del sito a cui ci si vuole collegare ha un “quoziente intellettivo” molto più alto rispetto alle colleghe di Firefox ed Explorer.
Man mano che si digita l’url vengono infatti proposte delle scelte che non sono semplicemente le url viste in precedenza secondo l’ordine alfabetico ma si tratta anche di proposte che Google ritiene più probabile che l’utente stia cercando. Durante la digitazione dell’url avviene infatti uno scambio di informazioni tra il browser e i server Google e non è una cosa da poco. All’inizio Google, quando era solo un motore di ricerca, sapeva cosa gli utenti cercavano e su quali siti poi cliccavano, con l’arrivo di Google Analytics ha cominciato a sapere anche cosa fanno gli utenti quando sono dentro ai siti, ora con Chrome sa anche cosa fanno gli utenti prima di entrare su un sito anche senza passare per il motore di ricerca.

3 – C’è un’opzione “Cancella i dati personali” che è molto simile alla stessa funzione che è presente anche in Firefox, c’è però una differenza: su Chrome per default vengono cancellati i dati personali del giorno in corso mentre in Firefox per default si cancellano tutti i dati personali memorizzati. Anche questo sembra indicare che la filosofia di Google sia quella di spingere l’utente a conservare i propri dati personali e se li vuole cancellare, almeno ne cancelli solo pochi.

4 – Non sono ancora riuscito a disabilitare Javascript d’altra parte Google Analytics non funziona senza Javascript.

Per concludere, Chrome mi piace molto, è già diventato il mio browser “predefinito”, mi piace il fatto che sia sobrio, senza fronzoli e mi piace l’idea che il browser sia solo una piccola cornice della pagina web, mi sembra anche più veloce degli altri browser, non so se lo sia veramente o solo perché così si dice.

Il punto più importante da sottolineare è comunque il fatto che si tratta di un browser molto orientato alla conservazione dei dati personali e di navigazione: non è una cattiva idea, non si tratta infatti di dati che di norma intaccano l’anonimato dell’utente ma di dati che possono essere utilizzati per fini di marketing per personalizzare i servizi offerti.

Resta comunque il fatto che ogni volta che apro una nuova scheda mi si apre una pagina con gli ultimi siti che ho visto, non capisco perché se sono al computer con un’altra persona questa possa vedere tutti i siti che ho visto nelle ultime ore … prima o poi spero riuscirò a disabilitare questa impostazione.

23 settembre 2008 Mauro Canzian