Ricercare il miglioramento continuo, uscendo dalla comfort zone.

TSW all’Italian AgileDay

La partecipazione all’Italian AgileDay(s) è stata, per il team di produzione TSW, l’ideale proseguimento di un percorso formativo cominciato ad aprile sugli approcci organizzativi e le metodologie Lean e Six Sigma per massimizzare l’efficienza dei processi e migliorare la qualità dei servizi offerti, eliminando tutto ciò che per il cliente non costituisce “valore”.

TSW all’ Italian AgileDay

Approfondire queste tematiche, raccontate di persona dai vari relatori, distribuiti in un programma ricchissimo di speech, è stato entusiasmante non solo per le significative applicazioni pratiche nel campo professionale specifico ma soprattutto per acquisire nuovi punti di vista sull’approccio mentale (il pensare agile), per certi versi “rivoluzionario”, che richiede.

Accettare la sfida di mettere in discussione le consuetudini, personali o aziendali, applicate al proprio lavoro quotidiano, ai flussi di gestione e sviluppo progettuale rappresenta il passo fondamentale per muoversi verso la qualità e l’efficienza. Si tratta quindi, in primis, di un vero e proprio scatto evolutivo che coinvolge individualmente la persona per poi agganciarsi all’evoluzione del team e, più in generale, alla visione strategica dell’azienda. Concepire la persona come motore del cambiamento: questo ritengo essere il sottostante di maggior valore a tutta la filosofia Agile.

Questo concetto evolutivo ritorna anche nelle parole di Angela Falotico del team Social / On-line reputation: “Per generare un cambiamento bisogna creare un senso di urgenza tanto forte da consentirci di uscire dalla nostra comfort zone. Sembra facile a dirsi, ma, se c’è una cosa che ho capito, non solo grazie all’agileday, è che nella nostra zona confortevole spesso ci stiamo davvero troppo bene… L’urgenza del miglioramento scaturisce dal comprendere che l’efficientamento dei processi si trasforma anche in un miglioramento della propria esperienza professionale e, oserei dire, anche umana.”

“Partire da dati oggettivi e rimanere ‘sul pezzo’ senza lasciarsi trasportare, nei momenti di confronto e analisi, da fattori non razionali e soggettivi” è l’approccio fondamentale da adottare secondo Luca Rodighiero, UX Designer.

“Un approccio tanto più efficace quanto più esso è condiviso da tutta l’organizzazione, vertice compreso, che deve concentrarsi non solo sui costi, ridurre i quali è relativamente facile, ma soprattutto sul controllo e la massimizzazione del ROI.”

Nicola Grigoletto, team sviluppo web, vede nelle dinamiche organizzative e operative in senso stretto l’ambito in cui il pensare agile da il massimo contributo.
“E’ fondamentale dare al team degli obbiettivi raggiungibili per rendere le persone che lo compongono sempre motivate, interpretando il ruolo di coach piuttosto che di “capo”: l’individuazione di un problema aiuta a migliorare; nessuno può essere creativo se gli errori vengono puniti o vissuti come svalutanti, perché si innesca un processo che deprime l’iniziativa e la spontaneità. Dare autonomia al team e responsabilizzarlo, in un flusso di misurazione, controllo e miglioramento è la mia vera sfida personale.”

Chiude la rassegna delle restituzioni di carattere generale, Beppe Teatino, Information Architect: “L’agile è un mondo meraviglioso di strategie, tecniche e strumenti per dare senso e gestire la complessità. In molti dei suoi concetti si lega a doppio filo con la user experience e fornisce visioni applicabili al nostro settore. Ho portato a casa tanti spunti sui cui riflettere e un personalissimo assioma: non esistono standard per risolvere la complessità; solo un metodo, da modellare su contesti diversi, basato su volontà di comprendere, visualizzare, risolvere, analizzare e migliorare.”
Nel programma della giornata tematiche di più ampio respiro si sono incrociate con sessioni più verticali.

Secondo Francesca Nalini, Keyword Advertising, “è stato molto interessante lo speech relativo al modello di ‘organizzazione liquida’ nel contesto del quale il coinvolgimento attivo delle persone elimina la necessità del classico schema ‘comando-controllo’. Si annullano le gerarchie e si costruisce l’ecosistema lavorativo utilizzando semplici principi condivisi, in modalità, appunto, ‘agile’, più flessibile e snella.”

Giulia Cimitan, del team Digital Analytics: “lo speech che più mi ha colpito è stato Lego Serious Play, in cui ho potuto constatare come dalla stessa base di partenza possano originarsi tantissime realtà diverse, a seconda della visione di chi le costruisce. Tra i partecipanti si è creato da subito un clima di collaborazione e apertura mentale, di coinvolgimento e impegno per creare un risultato. Tutto ciò in 30 secondi, con dei semplici mattoncini. Un ottimo punto di vista per reinterpretare le interazioni e le condivisioni all’interno di un team di lavoro”.

Anche il pianeta IT trova nelle metodologie ‘agili’ utili spunti per un approccio razionale alla risoluzione di criticità tecniche e gestionali. Andrea Feltrin, in merito al segmento Continuous Delivery: “è stimolante cogliere l’importanza della pianificazione nei processi di pianificazione e sviluppo infrastrutturale, confrontandosi con i vari attori coinvolti, tenendo a mente fin dall’inizio di dover affrontare delle revisioni e magari anche dei fallimenti.”
“Prima di questo evento, le mie conoscenze sulla metodologia Agile” afferma Sebastiano Montino, Digital Analyst “si applicavano al solo sviluppo Software. Con mia sorpresa, questa full immersion si è dimostrata invece occasione ideale per scoprire con quanta efficacia strumenti straordinari che già conoscevo, come SCRUM e Kanban, possano essere utilizzati a 360° per analizzare, misurare e migliorare qualsiasi processo o attività”.

28 novembre 2014 Elia Mercanzin