Secondo Repubblica il mercato mondiale legato ai droni dovrebbe arrivare, nel 2018, ad un giro d’affari di 8,1 miliardi di euro. Il desiderio di possedere, guidare o semplicemente provare ad utilizzare un drone sta crescendo a dismisura, così come le applicazioni dal settore consumer a quelli agricolo ed industriale. Molti sono gli esempi di utilizzo per finalità legate all’edilizia e alle discariche abusive, alle emergenze ambientali, alla sorveglianza urbana e al pattugliamento delle frontiere, al turismo, al giornalismo sportivo e di cronaca, alla meteorologia, alla microbiologia e persino alla pastorizia (in Canada, per pecore e oche).
Tuttavia, che si tratti di professionisti o di privati, cronaca – e buonsenso – ci mettono di fronte a un’evidenza inoppugnabile: l’uso impreciso di questo strumento e la scarsa dimestichezza con il pilotaggio del drone rischiano di trasformarlo in un dispositivo potenzialmente pericoloso. Il rischio è quello di perdere il controllo del velivolo rovinandolo o creando problemi o danni a cose e persone.
Quindi, ci siamo chiesti: cosa succede quando una persona senza alcuna esperienza di pilotaggio si trova alle prese con un drone? Cosa succede quando, per la prima volta, una persona si trova di fronte alla confezione del drone e deve assemblarlo per farlo volare?
L’unpack di un drone dovrebbe costituire un’esperienza ‘for dummies’, considerato che ad oggi gli strumenti sul mercato non richiedono delle competenze specifiche ma, sulla carta, richiedono l’esercizio del semplice buon senso. Per questo motivo e per riuscire a garantire un livello di sicurezza maggiore, l’esperienza di montaggio, installazione e accoppiamento tra device e drone dev’essere semplificata il più possibile.
Tale esperienza dovrebbe essere parificabile a quella del montaggio di un mobile Ikea. I passaggi in sé non sono complessi ma è necessario seguirli alla lettera e soprattutto far percepire all’utilizzatore un controllo continuo sulla situazione. Esattamente come nel montaggio di un mobile sono sufficienti competenze diffuse, anche nella messa in moto di un drone le facoltà necessarie sono normalmente a disposizione dell’utente medio.
Il primo decollo di un drone è un’esperienza estremamente emozionante. Chi ha già avuto la fortuna di provare sa quanto sia attivante (e i dati lo dimostrano. Vedi Figura 1). Ma la letteratura conosce da tempo la relazione che regola l’arousal e la performance, con particolare focus alle componenti attentive (Eysenck et al, 1982). L’aumento eccessivo dell’arousal genera una maggior probabilità di commettere errori ed è facile comprendere come questo possa diventare rilevante per un’attività, visto il rischio di creare situazioni problematiche in caso di scarso controllo. Per questo motivo è fondamentale strutturare un’esperienza di set up che sia il più possibile semplificata. In questo modo lo stress negativo derivante dalla difficoltà si riduce al minimo indispensabile e permette all’utente di godere a pieno dell’esperienza emozionante di far volare il drone.
Per risolvere queste problematiche è possibile strutturare un’analisi del flusso di esperienza basato sui test di usabilità, integrati al monitoraggio psicofisiologico. In che punti è maggiore lo stress degli utenti? Per quale motivo si scatena quella risposta? Riescono i soggetti a portare a termine la configurazione con semplicità?
Nell’Experience Lab di TSW abbiamo condotto dei test finalizzati a rispondere a queste incognite. Qui sotto vi mostriamo a scopo illustrativo il tracciato del sistema nervoso di un soggetto impegnato nella fase di unpack e decollo.
-Tracciato del sistema nervoso unpack-
La fase con lo sfondo giallo riguarda l’esperienza di unpack e configurazione. Ma cosa produce l’attivazione del sistema nervoso? Ad un certo punto l’utente non riesce a proseguire nella fase di preparazione al decollo. Senza entrare nel dettaglio del prodotto vi riportiamo la frase dell’utente:
“Non sapevo come procedere. Quindi ho provato a leggere le istruzioni ma non sono riuscito a trovare ciò che mi serviva. E allora ho provato, ma non ero sicuro”.
La parte arancione rappresenta il sistema nervoso durante la fase di decollo e di guida. Come previsto si dimostra un’attività estremamente emozionante. Tuttavia, livelli eccessivi di attivazione sono associati a stati di agitazione che possono sfociare in veri e propri stati d’ansia. Un obiettivo è dunque quello di portare l’utente alla fase di decollo senza l’accumulo di stress derivante dalla fase di set up. Riuscendo a strutturare l’esperienza in modo tale da limitare le difficoltà derivanti dall’unpack sarebbe indubbiamente possibile ridurre il numero di errori causati dalla scarsa praticità e portare anche gli utenti meno abili a godere a pieno del piacere di pilotare un drone.
Eysenck, Michael W. “Theories of Arousal and Performance.” Attention and Arousal. Springer Berlin Heidelberg, 1982. 47-66.