Web Summit 2015: tante nuove informazioni, idee e spunti

Io e Federico salutiamo il Web Summit con la pioggia, ma comunque estasiati per i tre giorni intensi di informazioni, idee, spunti.

Negli ultimi tre giorni ho seguito più di venti presentazioni e dibattiti, spostandomi tra le aree di Marketing, Fashion e Money. I principali temi sono stati il Mobile, il Content Marketing, la comunicazione ritagliata sui singoli utenti, l’analisi dei dati e il confine ormai inesistente tra la TV e i media digitali.

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In questo articolo riassumo in brevi punti gli interventi dei tre giorni che mi hanno colpita di più.

La prima giornata di Web Summit: coinvolgere con i contenuti e creare esperienze di valore

I principali take aways della prima giornata sono stati:

  • Create utility: punto chiave di Jason Musante, considerato tra i top 30 advertisers per la sua creatività. Bisogna pensare sempre a qualcosa di utile e vicinissimo agli utenti,  e naturalmente evidenziare i benefici che possiamo portare tramite un determinato prodotto.
  • The only failure is not to try – dare to fail to dare to win: rischiare, osare, provare a fare sempre qualcosa di nuovo e di diverso è un tema molto ricorrente e ripreso da diversi relatori.
  • We are all children: questa è un’evidenza interessante presentata da Ben Jones, nel suo speech “The Parenting of Creativity”. Quindi è bene lasciarsi andare, mettere da parte le inibizioni, considerare che “strano” a volte è normale, e sognare in grande :)
  • We have too much info:  i social ci riempiono di informazioni da parte di amici, brand e dall’advertising. La tendenza è quella di spostarsi su network più piccoli, riservati a “pochi intimi”. Quindi attenzione alla gestione di profili aziendali sui social network! Thomas Crampton di Ogilvy&Mather consiglia di studiare bene il proprio target e di coinvolgerlo e conquistarlo con contenuti interessanti. Per es. una campagna di British Airways ha aumentato del 30% le vendite dei voli dal Nord America all’India, con un messaggio ad hoc sui giovani indiani, invitandoli ad andare a trovare le loro famiglie.
  • Marketing in a Moment: una campagna vincente deve intercettare l’utente giusto al momento giusto, e sul dispositivo giusto! Una sfida sempre più difficile, dove il mobile è ormai protagonista.
  • Create brand experience: interessante anche l’ intervento di Norm Johnston di Mindshare. Per fare la differenza non basta più una semplice campagna che evidenzi l’ utilità e ci induca ad acquistare un prodotto. Bisogna andare oltre, creando delle esperienze. Bellissimo l’esempio della Huggies, che ha riprodotto la sensazione del movimento dei bambini nella pancia su diversi papà, creando un’esperienza unica!
  • Facebook e il B2B: in finale ho seguito Facebook, che ha presentato il Messenger per le aziende, confermando la tendenza sempre maggiore all’utilizzo dei messenger, anche nel B2B.

 

startup web summit 2015

La seconda giornata del Web Summit: Google, Movember e l’evoluzione delle campagne digital

  • Il futuro della Search e delle App secondo Google

Aparna Chennapragada, Director of Product in Google, ha presentato il futuro della Search e delle App. Il mondo del mobile, che ormai fa parte del nostro modo di vivere, ha cambiato il comportamento, le esigenze e le aspettative degli utenti. Cerchiamo in ogni momento, durante ogni ora della giornata, anche quando viaggiamo. Non ci aspettiamo più delle risposte, ma un vero e proprio supporto su come fare le cose, su come agire, su come procedere.  E ci aspettiamo  che i motori di ricerca ci diano delle risposte chiare e veloci. E le app? Un mondo difficile: creano interesse, forniscono risposte, vengono scaricate, ma secondo lo studio di Google 1/4 delle app scaricate non vengono mai utilizzate. Informazioni di valore chiuse nel cassetto. La prossima sfida sarà estrapolare i contenuti delle app per renderli visibili nei risultati dei motori di ricerca e fornire risposte in aiuto degli utenti!

  • Conoscete Movember? 

Un giornalista della BCC ha intervistato il fondatore di Movember John Coghlan. Una dimostrazione geniale di come i social network possono coinvolgere in brevissimo tempo milioni di utenti, facendoli diventare i protagonisti principali di un progetto a livello mondiale. Nata a supporto della ricerca sul cancro alla prostata, tramite i social network e dei volantini appesi nei locali john ha lanciato la proposta: farsi la barba il 1 novembre e farsi crescere i baffi per 30 giorni! La sfida conquista il mondo, in un solo anno: 1.7 bilioni di conversazioni sui social media, 8 paesi raggiunti. Anche qui il video ha giocato un ruolo determinante per la viralità e l’effetto contagioso. Ora l’associazione continua alla grande con una serie di altre numerose iniziative, che coinvolgono anche personaggi famosi e che potete seguire online su movember.com

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  • Beyond the Digital Impression

Tra gli speech più interessanti della seconda giornata c’è stato quello di Shenan Red, President Digital di MEC Global. Il titolo della presentazione era “Beyond the Digital Impression”, e ci porta davvero a pensare all’evoluzione delle campagne digital, in ottica di valore e qualità. Partendo dal semplicissimo concetto che la prima impressione è quella che conta, come possiamo assicurarci di non perdere questa unica opportunità? Sinora abbiamo considerato le impression delle nostre campagne in maniera simile a quella della stampa. È vero, magari ci rivolgiamo ad un target più profilato, offriamo dei contenuti personalizzati, ma non siamo comunque sicuri che i nostri annunci siano stati davvero visti, e per quanto tempo. Ci interessa davvero una impressione su un utente che vede il nostro annuncio per un secondo? E allora perché non avvicinarsi al modello della TV, e dare valore al tempo di visualizzazione del nostro annuncio? Magari con un costo per 30 secondi – CP30 – che va a sostituire l’ormai standard CPM. Meno annunci, ma di più alto valore. Ecco le nuove opportunità dell’advertising digitale: contenuti rilevanti, alle persone in target, sul dispositivo giusto, al momento opportuno e per un periodo di tempo di valore!

La terza giornata del Web Summit: Social Investment, legame tra TV e Digitale, Fashion Data

  • Next Generation Social Investing

Un piccolo feedback anche dalla sala dedicata al money. Tra i diversi dibattiti che ho ascoltato, questo è quello che mi è piaciuto di più: “Next Generation Social Investing” di Yoni Assia, Founder e CEO di eToro. eToro è una piattaforma nata nel 2006 con l’obiettivo di rendere il mondo degli investimenti accessibile a tutti. Il gaming e il social si fondono per condividere argomenti non più legati all’intrattenimento ma al mondo finanziario. Lo speech è iniziato in maniera piuttosto negativa, con un chiaro attacco al settore finance e alcuni numeri sulla mancanza di fiducia da parte degli utenti verso le loro banche. Poi c’è stata una descrizione più approfondita della piattaforma, che si basa sulla trasparenza, sulla facilità di utilizzo, su diversi livelli di condivisione delle proprie informazioni, sulla possibilità di diventare follower di altri investitori, di discutere con loro pareri e opinioni online. E poi si chiude con la nascita di un piccolo fenomeno, un ragazzo norvegese di soli 19 anni,  Haakon Fuglaas, diventato una popolarità del social trading norvegese e copiato da migliaia di investitori. È lui l’icona della nuova generazione di investimenti tramite i Social.

  • Legame tra il Marketing in TV e il Digitale

Nella sala marketing invece l’intervento di Jamie West, Managing Director di Sky, che riprende il tema del legame tra il marketing in TV e quello digital, presentando un nuovo modello di advertising. Un modello rivoluzionario dove anche la tv risponde al meglio alle esigenze degli utenti. Con oltre 500 advertiser attivi nella nuova piattaforma, Sky è in grado di creare un vero e proprio percorso di advertising, di raccontare una storia attraverso dispositivi diversi, che includono la TV e il digital. È grandioso: per esempio, possiamo raggiungere lo stesso utente su diversi canali TV per rafforzare un messaggio, oppure raggiungere gli utenti che non hanno visto lo spot TV sui dispositivi digitali. Gli utenti sono naturalmente anonimi, non identificati. Non è mancato il focus sul formato pubblicitario (poco invasivo, contextual advertising e non banner o pop-ups), e poi la chiusura piuttosto “markettara”, con il motto “We Believe in Better“.

  • The Role of Data in Fashion E-commerce

Ho seguito un breve intervento anche sul Fashion, un dibattito tra Oliver Zimmer, Fashion Data Scientist in Google New York e Heidi Zac, fondatrice di Third Love (negozio di lingerie). Il titolo è “The Role of Data in Fashion E-commerce”.  La discussione è partita evidenziando i diversi tipi di dati da prendere in considerazione per la pianificazione di un piano di marketing in questo settore, che cambia continuamente per via dei nuovi trend e delle nuove collezioni. La risposta è quella di identificare i micro e i macro data. I micro data riguardano i gusti, i trend del momento (es. di più un vestito blu o nero?), quindi hanno un periodo di vita brevissimo. I macro data riguardano le persone, il loro comportamento, il loro processo di acquisto e si evolvono meno rapidamente, suppure in continuo mutamento.

Si sottolinea che non esiste più il confine tra store offline e online, con numerosi esempi di utenti che acquistano prima in store, per conoscere meglio le caratteristiche del prodotto (es. materiali, vestibilità, taglie, ecc,) e poi diventano dei clienti usuali nello shop online. Un’analisi di dati che include quindi  l’intero percorso di acquisto, andando oltre il digitale. Che dati dovremo considerare in futuro per ottimizzare il successo di un e-commerce? Sarà necessario identificare dei segmenti di persone, ma anche dei singoli utenti. Bisognerà capire cosa desiderano, considerare i loro gusti e offrire delle soluzioni sempre più personalizzate sul singolo utente.

La conclusione del Web Summit 2015

Gli ultimi speech dell’evento si tengono tutti nella sala centrale, dove presenta Paddy Cosgrave, il fondatore del Web Summit, bello accaldato dentro il suo maglione di lana irlandese.

Un momento di humour e di fortissimo interesse con due ospiti famosi. La star del calcio inglese Rio Ferdinand e quella del rugby irlandese Brian O’Driscoll. Due punti di riferimento del mondo sportivo, ma anche di quello dei social network. I due hanno milioni di followers su Twitter, con i quali comunicano in maniera spontanea diventando dei veri e propri influencer, ma anche ambiti strumenti di marketing da parte dei brand più famosi. La sala è pienissima e il pubblico estasiato. L’atmosfera si fa ancora più calda con la chiusura dell’evento da parte di Ed Catmull della Pixar, intervistato da una giornalista del Financial Times. Catmull ci lascia con qualche semplice, prezioso consiglio: pensare di poter fare sempre meglio, dare importanza alla qualità di quello che facciamo così come alla nostra identità personale e culturale.

Un evento indimenticabile, non solo per gli speech e per i momenti di formazione, ma anche per il networking, per tanti nuovi spunti e per l’enorme entusiasmo che proveniva dalle migliaia di start-up e da tante nuove promesse del web.

Al prossimo anno!

11 novembre 2015 Luisa Fontana