Navigare tra le onde della comunicazione

Come separare la buona dalla cattiva informazione online

 

Internet è un vasto oceano di conoscenza, che spesso sembra travolgerci con flussi incessanti di dati, notizie e soprattutto opinioni.

Questa sovrabbondanza di informazioni può essere un bene prezioso se utilizzata correttamente, ma può anche rivelarsi un’arma a doppio taglio se non si hanno gli strumenti necessari per discernere tra le fonti affidabili e le informazioni fuorvianti o distorte.

Dal verticale all’orizzontale: un po’ di storia

In passato, le autorità, supportate dalla stampa, erano l’unico canale di divulgazione delle notizie, e il cittadino ne era un mero destinatario.

Fortunatamente – perché è una delle grandi fortune della nostra società – il panorama informativo negli anni si è allargato, e la comunicazione è passata da una posizione di verticalità unidirezionale (in gergo chiamata: one to many, ovvero da uno a molti) a una posizione di orizzontalità bidirezionale (many to many, da molti a molti), in cui ogni individuo può diventare sia mittente che destinatario di informazioni.

Questo prezioso cambiamento ha ampliato la diversità di punti di vista, democratizzando l’accesso alle informazioni e permettendo a voci precedentemente silenti di essere ascoltate. Inevitabilmente, ha anche reso più difficile il controllo delle narrazioni da parte delle poche entità centrali.

Il grande cambiamento, però, è stato completato dall’arrivo di Internet e dal ruolo sempre più pervasivo dei social network, che hanno contribuito più di ogni altra innovazione a rendere chiunque, senza distinzioni, un potenziale comunicatore.

Elementi essenziali della buona informazione

La transizione verso una comunicazione many to many, caratterizzata dalla partecipazione attiva e dalla condivisione di contenuti da parte di una moltitudine di individui, ha fatto emergere la necessità di sviluppare competenze critiche nell’analizzare e valutare, di volta in volta, le informazioni trovate online. Questo perché la potenzialità dei canali digitali non è sempre garanzia di affidabilità, e dunque occorre esaminare con attenzione le caratteristiche che distinguono la qualità di ogni contenuto.

Fonti affidabili

Uno degli elementi imprescindibili della buona informazione è la fonte da cui proviene la notizia. La reputazione e l’esperienza di chi fornisce le informazioni sono infatti criteri essenziali per stabilirne la loro affidabilità.

Le fonti affidabili, per esempio, sono spesso rappresentate da organizzazioni con un solido track record di precisione e obiettività, nonché da esperti riconosciuti nel campo in questione.

Fatti verificabili e tracciabili

La buona informazione si basa su fatti solidi e verificabili, e questo significa che le affermazioni e le dichiarazioni presentate devono essere supportate da dati oggettivi, studi scientifici o fonti primarie, tutte riportate con trasparenza. Questo approccio rigoroso alla verifica dei fatti è fondamentale per evitare la diffusione di notizie inesatte o, peggio ancora, di fake news, fenomeno acchiappa click molto diffuso negli ultimi anni.

Bilanciamento delle prospettive

Un altro aspetto cruciale della buona informazione è la capacità di considerare e ricercare diverse prospettive su un determinato argomento. Questo comportamento evita la promozione di una singola visione e favorisce una comprensione più completa e obiettiva della questione trattata.

Da ultimo, le fonti affidabili dovrebbero sempre tener conto delle opinioni e dei punti di vista divergenti, incoraggiando il pensiero critico e l’analisi ponderata.

Assenza di sensazionalismo

Vademecum della comunicazione, online e non solo: la buona informazione evita il sensazionalismo. Questo significa che le fonti affidabili non cercano di attirare l’attenzione con titoli esagerati o enfasi eccessiva su aspetti emotivi e controversi dell’argomento trattato. L’obiettivo è sempre e solo quello di fornire informazioni accurate e bilanciate, senza manipolare le emozioni o distorcere la realtà.

Lottare contro la disinformazione

Il fenomeno della diffusione di informazioni false o imprecise è un problema sempre più pervasivo nella società contemporanea, e vede la sua massima espressione all’interno dei social network. Pertanto, per affrontare questa sfida che spesso colpisce non solo il singolo individuo ma intere comunità, è essenziale promuovere una sistematica alfabetizzazione mediatica tra la popolazione.

In questa missione, le istituzioni educative svolgono un ruolo fondamentale, organizzando programmi educativi e campagne di sensibilizzazione mirate, volte a fornire alle persone le competenze necessarie per distinguere fonti affidabili da informazioni fuorvianti.

Le piattaforme digitali, a loro volta, hanno una responsabilità cruciale nella lotta alla cattiva informazione online. Dovrebbero infatti impegnarsi attivamente per limitare la diffusione di contenuti falsi o dannosi mediante l’utilizzo di algoritmi e filtri che riconoscono e riducono la visibilità di contenuti sospetti. Inoltre, dovrebbero collaborare attivamente con organizzazioni specializzate nel fact-checking per individuare e rimuovere contenuti ingannevoli (molto è già stato fatto, ma il margine di miglioramento è ancora grande).

Ogni tentativo sarebbe però invano senza la partecipazione attiva degli utenti: nella battaglia contro la cattiva informazione online, ciascuno di noi ha la responsabilità di essere consapevole delle proprie interazioni online – private o lavorative che siano – e di condividere solo informazioni verificate e affidabili.

Educare sé stessi e gli altri all’importanza della valutazione critica delle fonti è infatti un passo essenziale per mantenere un ambiente comunicativo online affidabile ma soprattutto sano.

11 ottobre 2023 Margherita Stefanello

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