I sistemi di navigazione a tag in ottica SEO

Questo post analizza i sistemi di navigazione a tag ed il loro impatto sul SEO e sugli utenti.

Ma partiamo dall’inizio…che cosa sono i tag?
I tag sono delle etichette che l’utente assegna a ciascun contenuto in base alla pertinenza o “vicinanza” dell’argomento trattato.
Ad esempio, una recensione di una nuova auto potrebbe avere associati i tag: “automobili”, “auto in uscita”, “novità automobili”, “recensioni”, “marchio dell’auto”, ecc.

I sistemi di navigazione basati sui tag, quindi, permettono all’utente di spostarsi tra i vari contenuti del sito tramite delle etichette che ne descrivono le caratteristiche.

Questi sistemi di navigazione, che hanno visto la loro diffusione con il boom del web 2.0, sono una valida alternativa di navigazione rispetto ai sistemi di navigazione tradizionali basati su una categorizzazione statica.

I modelli di navigazione a tag classici li potete trovare ad esempio:

  • nei blog dove un utente sceglie l’argomento-tag di interesse e visualizza un filtro sui post che parlano dell’argomento indicato

Blog TSW

 

  • nei portali informativi, dove oltre alla navigazione classica vengono forniti dei percorsi di navigazione visuali basati su tag cloud o simili.

 

La7

Oltre ad essere utile ed intuitiva per l’utente, la navigazione a tag in un sito può essere utile anche ai fini SEO per incrementare il traffico proveniente da motori. Per ottenere un effetto positivo sul posizionamento organico è necessario, però, prestare attenzione ad alcuni aspetti per far sì che questi sistemi di navigazione non si rivelino un’arma a doppio taglio.

I vantaggi:

Questo sistema di filtri può essere utilissimo ai fini SEO perché:

  • una “taggatura” oculata produce pagine di vista che potrebbero ben posizionarsi nei motori di ricerca, e ampliare l’insieme di keyword di accesso al sito
  • presenta contenuti interessanti per gli utenti che provengono dai motori di ricerca e offre un flusso di navigazione omogeneo motore-pagina del tag-risorsa di interesse
  • incrementa la trama di link presente all’interno del sito web, rendendo le risorse interne più accessibili allo spider
  • fornisce più alternative di accesso ai contenuti, aumentando i potenziali percorsi di conversione
  • permette una migliore tematizzazione del sito
  • permette di avere migliori chance di visibilità su social network basati fortemente sui tag, per es. Technorati

 


Le insidie:

Per far sì che la navigazione a tag non diventi una fonte “incontrollabile” di contenuti poco rilevanti per gli utenti e i motori di ricerca occorre prestare attenzione ad alcuni aspetti.

Il principale nemico-SEO dei tag è sicuramente il contenuto duplicato: perché una pagina web possa essere considerata rilevante dal motore di ricerca è necessario che essa contenga delle informazioni univoche, non replicate in altre pagine del sito o del Web. In caso contrario il filtro anti-duplicazione considererà la pagina poco rilevante, con un impatto negativo sul suo posizionamento. Se, ad esempio, in un blog due pagine relative a due tag distinti presentano gli stessi post sono considerate di fatto duplicate e poco rilevanti da parte dei motori.

Per l’applicazione di questo sistema di navigazione occorre, quindi, considerare il numero di contenuti presenti: non avrebbe senso introdurlo in un sito web che presenti poche pagine poiché si andrebbero a creare delle viste parziali poco rilevanti sia per gli utenti che per i motori. Bisogna, infatti, che i tag abbiano almeno 3 o 4 contenuti correlati ciascuno.

Anche la cattiva definizione dei tag può essere causa di contenuto duplicato: è bene non inserire sinonimi per poi classificarvi le stesse informazioni. In questo modo si andrebbero a creare delle pagine identiche che non sono ben viste dal motore di ricerca e non mettono a proprio agio l’utente.

Oltre ad una buona definizione dei tag, per scongiurare il rischio di contenuto duplicato è bene inserire del contenuto testuale ed altri elementi che caratterizzino la pagina e la facciano ritenere maggiormente rilevante da parte del motore.

Altro aspetto SEO da tenere in considerazione è la generazione automatica di meta tag e title che dev’essere fatta in modo da poter essere il più adeguata al contenuto della pagina possibile.
Esempio:
Abbiamo due pagine che parlano rispettivamente di padelle e barattoli.
È bene evitare regole che generino description del tipo:
Visita il nostro e-commerce e acquista i migliori padelle sul mercato.
Tutte le offerte di barattoli nel nostro sito.

Inoltre, se si decide di permettere agli utenti di taggare i contenuti, bisogna permettere l’inserimento di un determinato insieme di tag, definito in base ai contenuti del sito. È buona norma guidare sempre l’utente nell’operazione di tagging poiché si corre il rischio di avere termini simili che indicano lo stesso concetto, errori di inserimento e la conseguente generazione di pagine identiche molto frammentarie, che avrebbero un impatto negativo sia lato utente che lato motore.

Ad esempio:
Una pagina che parla di un servizio di piatti potrebbe essere taggata come:
piatti
piati
servizi piatti
servizio piatti
servizi di 24 piatti
servizi completo di piatti
ecc.

Vi siete mai imbattuti in questo tipo di navigazione? La trovate utile sia lato motore di ricerca che lato utente?

2 novembre 2007 Andrea Vit

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TAG: SEO