Questo articolo è scritto (e ottimizzato) sulla base della mia esperienza di lavoro nel campo del SEO copywriting, disciplina che consente di ottimizzare il testo delle pagine web in modo da migliorare il loro posizionamento sui motori di ricerca relativamente ad alcune specifiche intenzioni degli utenti. Consapevole della teoria alla base e delle applicazioni da parte di consulenti ed editor professionali, il mio obiettivo è dare una visione molto pragmatica e personale – ma non per questo non generalizzabile – su come scrivere un testo ottimizzato. A prescindere dalle tecniche di SEO copywriting più inflazionate e comunque necessarie per chi si approccia a fare questo mestiere, il “dogma” dovrebbe essere sempre uno solo: partire dalla persona.
Il blog è parte di una strategia di content marketing, che a sua volta si basa sulla strategia di comunicazione. I contenuti editoriali da pubblicare nel proprio blog dovrebbero quindi essere pertinenti rispetto a:
Argomenti affini e pertinenti rispetto al proprio business principale: attraverso il content marketing si possono attirare un maggior numero di utenti, specie nuovi utenti, per argomenti coerenti rispetto al proprio business. Se si è un’agenzia di viaggi, ad esempio, sarà utile creare dei contenuti sulle destinazioni più importanti della propria offerta. Ma si può osare anche un po’ di più, ad esempio consigliando i musei e i ristoranti migliori di una destinazione turistica (e non per forza solo informazioni sull’hotel in cui si alloggia).
Perché siamo partiti da qui? Uno dei meta-obiettivi degli articoli scritti per un magazine aziendale è sicuramente quello di posizionarsi su Google, concetto che a sua volta è derivazione del fatto che i contenuti devono parlare a delle persone.
Esistono molti fattori di posizionamento on-site che si basano sul contenuto per aumentare le probabilità di posizionamento su Google relativamente a una determinata intenzione di ricerca. Tra questi vi sono indiscutibilmente l’utilizzo di determinate parole chiave in posizione di preminenza:
Le intenzioni di ricerca, quindi, si esprimono attraverso dei termini riconducibili a delle parole chiave. Dopo avere studiato le keyword utilizzate dai competitor, è utile:
Ok, è fatta con l’analisi di base. Ora è tempo di creare il contenuto. Come scegliere il titolo perfetto per un articolo? È meglio arrivarci dopo, in realtà, perché il titolo deve essere ottimizzato in base alla semantica dell’articolo. E dopo avere capito di quale argomento si vuole trattare nel proprio articolo – e quindi avere abbozzato un’idea di titolo, che comunque non sarà quello definitivo, è necessario scrivere il contenuto stesso.
Fermi i suggerimenti sulle intenzioni di ricerca del primo paragrafo, per scrivere un articolo in modo ottimizzato si possono seguire le indicazioni fornite da alcuni tool.
L’ultima versione del celebre Plugin SEO Yoast! di WordPress dà automaticamente dei consigli sulla leggibilità mentre si inserisce il contenuto all’interno del back-end. Quello creato da Yoast è uno strumento di Content Analysis, che va ben oltre alla SEO Analysis e alla Social Analysis che già proponeva nelle versioni precedenti. Con i consigli di readability, Yoast analizza parametri quali:
Questo strumento in realtà viene creato dall’azienda stessa, o dal proprio consulente di content marketing, e ha il vantaggio di conformarsi meglio rispetto al tono di voce dell’azienda, allo stile redazionale degli articoli e al target che ci si è prefissati di raggiungere attraverso le attività di content marketing.
Tenendo conto delle specifiche caratteristiche del progetto, anche a livello tecnico (ad es.: quale CMS viene utilizzato?), si possono costruire delle linee guida da seguire nella stesura del testo o nella definizione di ogni altro aspetto riguardante la gestione operativa editoriale. Degli esempi possono essere:
Più a livello tecnico, invece, si possono prevedere:
Adesso che è stato scritto il contenuto, bisogna arrivare alla giusta conclusione partendo dall’inizio… cioè dal titolo! Prima lo avevamo solo abbozzato, avendone un’idea indicativa: ora bisogna scrivere quello che piacerà agli utenti (e ai motori di ricerca).
La prima cosa da sapere è che si può distinguere il titolo in pagina (tag H1) dal titolo della pagina (tag Title). È così necessario pensare a dove andranno visualizzati i due diversi titoli e quali obiettivi hanno:
È comunque preferibile che entrambi questi titoli contengano la parola chiave principale per cui si vuole posizionare la pagina.
Se si ha difficoltà a trovare un buon titolo, si possono utilizzare i seguenti tool:
Hubspot Blog Topic Generator (funziona per l’inglese)
Portent’s Content Idea Generator
Buzzsumo mostra gli articoli più popolari esistenti su un determinato tema. Nella versione free purtroppo è limitato a un basso numero di ricerche, ma può essere comunque utile per orientarsi, e soprattutto per capire quali sono le tipologie di titolo che catturano gli interessi dell’utente.
È infine possibile verificare di avere scritto un ottimo titolo e una meta-description. Come?
Se avete Yoast, è possibile inserire tag title e tag meta-description (nonché lo slug ottimizzato) direttamente dalla pagina di back-end. L’editore snippet mostra sempre l’anteprima della pagina sulla SERP:
Un consiglio sulla Meta-Description: se in alcuni casi (come per le pagine di prodotto o per le homepage) è utile scrivere un testo che sia al di sotto dei 160 caratteri, per gli articoli editoriali si può giocare con il momento in cui non viene più visualizzata l’anteprima della meta-description stessa, in modo da stimolare l’interesse e, di conseguenza, aumentare la probabilità di click.
In alternativa, si può usare l’ottimo strumento Google SERP Snippet Optimization Tool, che ha le stesse funzioni dello Snippet Editor.
Il sito web è avviato, e ormai molte pagine probabilmente sono ben posizionate su Google. Come verificare per quali parole chiave lo sono, e come migliorare eventualmente questi risultati? Google Search Console estrae i dati relativi alle impression delle proprie pagine su Google (cioè quante volte sono state visualizzate dagli utenti su Google) e al numero di click che queste ricevono da organico, indicando inoltre in quale posizione si trovano sul motore di ricerca. Il tutto, però, limitatamente agli ultimi 90 giorni.
La Google Search Console potrebbe dare delle indicazioni molto utili per capire come migliorare titolo e meta-description: se infatti una pagina riceve molte impression ma ha un click-through-rate basso, significa che quelle pagine hanno un potenziale per ricevere più click, ad esempio modificando il titolo o scrivendo una meta-description più persuasiva.
A posteriori è ovviamente utile anche l’analisi delle pagine su Google Analytics, in modo da capire – rispetto all’obiettivo che ci si era pre-fissati – quali articoli hanno funzionato di più e perché, potendo andare molto in profondità.