Lo scorso 22 giugno a Milano si è tenuto il Social Media Marketing Day Italia, una giornata che ha visto 16 speaker di diversi settori alternarsi in 8 ore di dibattito serrato su come – negli ultimi 10 anni – l’avvento dei Social Media in Italia abbia radicalmente cambiato il modo di fare informazione, sia essa direttamene proveniente da fonti accreditate, che veicolata da altri.
Tutto questo in un contesto d’eccezione: la sede de Il Sole 24 Ore progettata da Renzo Piano.
“Democrazia partecipata”: è questa la definizione che dà Sergio De Luca – Direttore Comunicazione di Confcommercio – dell’effetto che hanno avuto i Social sulla comunità. L’informazione di oggi azzera le distanze ed i controlli, permettendo di creare e fruire di una notizia quasi in tempo reale: ribaltando le gerarchie che regolavano il sistema dell’informazione fino a qualche anno fa, i Social fanno sì che sia la community a dettare i trend e a costituire talvolta la vera e propria fonte di una notizia.
Nei #Social è la #community che detta i #trend diventando fonte di #news.
Ne è convinto Federico Smanio – Responsabile Area Digital e Relazione con i Tifosi di Lega Nazionale Professionisti B – che con il progetto #SMOS “Social Media Official Supporter” ha permesso all’utente di assumere la funzione di un vero e proprio “reporter”, rendendolo protagonista ed autore di cronache di eventi che Lega B poi ha ripreso e diffuso sui propri canali ufficiali.
Tutto questo può indubbiamente comportare dei pericoli, per il fatto che le fonti non sono sempre facilmente rintracciabili e la qualità dei contenuti non è sempre alta; d’altra parte però i Social hanno condizionato positivamente il nostro linguaggio quotidiano: basti pensare a come il limite dei 140 caratteri di Twitter ci spinga ad un linguaggio strutturalmente sintetico, efficace e di qualità.
Evidente è come anche la politica si stia avvicinando ai Social per comunicare con gli elettori e come le testate giornalistiche si prestino a questo gioco, diventando delle vere e proprie piazze di confronto atte a sondare preventivamente l’opinione pubblica, in modo da parlare soltanto a community di utenti in target.
Questa è la naturale conseguenza del fatto che i giovani abbiano ormai decretato a pieno titolo i Social come prima fonte di informazione, a discapito della stampa tradizionale e dei talk-show.
I #Social come prima fonte di informazione a discapito della #stampa tradizionale.
Molto interessante è stato l’intervento di Elisa Finocchiaro – Country Manager di Change.org, piattaforma on-line gratuita di campagne sociali – che attraverso i Social “dà voce a chi non ne ha”, mettendo sullo stesso piano comuni cittadini e persone di rilievo, tutti in grado di far sentire la loro voce per combattere e spesso vincere una causa.
In questo panorama di informazione “fatta da persone comuni”, il rischio è però quello che i contenuti non corrispondano sempre alla realtà dei fatti e che l’opinione personale venga confusa con il parere professionale. Bisogna dare precedenza alla veridicità delle informazioni, motivo per il quale sia De Luca che Renato Vichi – Head of Media Relations Italia di UniCredit, sono scettici in merito allo storytelling, percepito come una commistione impropria tra fatti e opinioni: sono i contenuti ad avere la precedenza rispetto agli strumenti, i fatti devono venire prima di tutto.
Aziende private, istituzioni pubbliche e organizzazioni hanno quindi tutti la responsabilità etica di raccontare la verità, perché la verità nel tempo diventa credibilità, il valore più importante.
Raccontare la #verità permette di costruire #credibilità. Sui #Social e sulla #stampa tradizionale.
Ne parla Luigi Contu – Direttore Agenzia Ansa, prima fonte di informazioni multimediali in Italia, la quinta al mondo. La chiave del successo dell’agenzia – e sua pesante responsabilità – è il fatto di dare notizie oggettive senza esprimere opinioni, verificando preventivamente le fonti e la veridicità delle informazioni: sono questi aspetti a rendere ANSA sinonimo di certezza.
Il SMMday 2016 ha offerto tantissimi spunti sui quali riflettere, ma un’unica conclusione: che si parli di giornalismo, politica, cultura, sport, no profit, i Social hanno cambiato nettamente i meccanismi della comunicazione, accrescendo la responsabilità di chi racconta i fatti di non perdere mai di vista la qualità dei contenuti.