“Content is the king, distribution is King Kong! Everyone is a communication agency”, queste le tematiche che hanno caratterizzato la giornata di martedì scorso al Social Media Marketing Day nel quale molti relatori ci hanno aggiornato sul mondo digitale e hanno condiviso qualche pillola strategica di utilizzo e gestione dei vari canali.
Quali sono i principali concetti emersi dall’evento?
Sicuramente è necessario sottolineare come, oggigiorno, una strategia pensata e basata solamente sulla presenza in un social network non sia più efficacie: siamo nell’epoca del web marketing cross-platorm, integrata quindi su molti canali social che permettono di raggiungere un più ampio bacino di utenza.
Non solo, se pensiamo a come sia facile per i proprietari dei social network manipolare le nostre azioni, ci renderemo conto che, forse, nemmeno essere presenti su tutti i canali sarà più sufficiente. Ad esempio possiamo aver costruito una presenza molto forte su Facebook e poi improvvisamente il cambio di algoritmo riduce la nostra visibilità di più del 40% costringendoci ad investire continuamente ed a cambiare strategia. Questo perché è Facebook che decide del nostro destino, così come lo ha deciso Twitter bloccando l’account ufficiale dell’evento per i troppi tweet (#momentoriflessione).
Ed è infatti anche per questo che Rudy Bandiera attraverso il suo speech ci ha fatto ragionare sull’importanza di avere un blog.
Attraverso il blog l’azienda o il blogger può comunicare se stesso, veicolare un messaggio più profondo che va al di là del semplice prodotto: “Il blog ha al proprio centro un blogger, o più blogger ma in ogni caso un numero definito e minimo di persone rispetto alle community sociali, mentre al contrario Facebook è l’esempio perfetto di sistema decentrato: tutti uguali, un solo algoritmo uguale per tutti, stesso template, stesse opportunità, stessi limiti.” Grazie al blog ci possiamo distinguere.
È stato toccato anche il concetto di Social CRM durante l’evento e la necessità di avere uno strumento attraverso il quale le aziende possono gestire le loro relazioni con i clienti, ma soprattutto monitorare le conversazioni sui social per risolvere eventuali criticità che spesso non riescono ad intercettare.
Hanno lanciato il messaggio mostrandoci un video, semplice, ma che è riuscito ad attirare la nostra attenzione facendoci arrivare il messaggio chiave: “in un mondo sempre più social, il customer care dev’essere social”.
A proposito di mondo social, Mauro Comendulli ci ha mostrato quella fetta di popolazione digital che non è raggiungibile tramite le piattaforme occidentali: Cina, Corea del Sud e Russia. Come raggiungerli? Sicuramente è necessario conoscere quali sono e come vengono utilizzati i vari tool, ma non meno importante sarà avere piena conoscenza del loro contesto culturale e linguistico (davvero molto diverso dal nostro) per riuscire a centrare i loro bisogni.
Concludo condividendo le 7 pillole che mi hanno colpito di più: