Anche quest’anno siamo stati tra i fortunati protagonisti di un evento, dallo svolgimento totalmente online, come è ormai tipico di questo periodo, di forte rilevanza nel mondo del Digital Marketing: l’SMXL di Milano.
Jessica Marcon, la collega che ha tenuto lo speech, ha scelto di portare come tema una delle ultime e innovative tipologie di campagne di Google Ads: le Discovery Campaigns.
Questa tipologia di campagne è uscita in beta a giugno 2019, e dalla fine dello stesso anno è disponibile per tutti gli inserzionisti. Noi in TSW abbiamo avuto la fortuna di poterle testare sin da subito, per diversi clienti e soprattutto in diversi settori, dal finance all’e-commerce.
Questo ci ha permesso di raccogliere un po’ di dati e di renderci conto che, pur essendo campagne piuttosto recenti e molto semplici da implementare, funzionano molto bene e portano buoni risultati lavorando in ottica di performance. Infatti, ci permettono di agire non solo su quegli utenti che stanno per convertire, ma anche su coloro che sono meno vicini alla conversione effettiva, aumentando in questo modo le opportunità di business per i nostri clienti.
Secondo Google stesso “Le campagne Discovery sono un nuovo modo di raggiungere gli utenti sulle properties Google nei momenti in cui sono disposti a scoprire i tuoi prodotti e servizi”.
Come già anticipato, quindi, queste campagne ci permettono, grazie alle loro audience dettagliate, di raggiungere le persone più interessate al nostro prodotto o servizio in una fase che potremmo definire di middle funnel o consideration, ovvero mentre vengono esplorate diverse opzioni: le campagne discovery, infatti, sono state create per raggiungere un pubblico sulla base dell’intenzione dell’utente.
Una delle caratteristiche principali di queste campagne è la forte automatizzazione anche a livello di ottimizzazione – basata totalmente sulle conversioni -, che avviene tramite gli algoritmi di Google Ads: molte impostazioni sono configurate per ottenere il massimo rendimento rispetto a budget e obiettivo e non possono essere modificate.
Questo comporta alcune conseguenze molto positive, altre un po’ meno.
Da dove partiamo quindi?
Abbiamo detto che le campagne discovery sono quasi totalmente automatizzate: quindi come possiamo ottimizzarle? Vediamo intanto cosa non possiamo fare:
Su cosa possiamo agire?
Ricordatevi, infine, che le campagne discovery girano solo sulle properties Google, cosa che ci aiuta molto per la brand safety: Google è stato, infatti, molto attento alla sicurezza del Brand e alla protezione dell’immagine dello stesso, per cui sappiamo che impedisce agli annunci di comparire vicini a contenuti con linguaggio volgare, sessualmente espliciti o di violenza.
Per sintetizzare ancora di più quanto detto e quanto raccontato da Jessica all’SMXL, quando scegliete di impostare una campagna Discovery rispetto ad altre campagne su Google Ads tenete sempre a mente:
In questa veloce presentazione vi ho dato solamente alcuni spunti per sfruttare al meglio queste nuove campagne, ovviamente c’è molto altro da “scoprire”, ma poiché ogni attività è diversa, dovete testare sempre le novità e capire se sono adatte ai vostri clienti e ai loro prodotti.