Molte aziende stanno ancora cercando di capire come avvicinare il target dei Millennials, ed è un tema molto attuale e di tendenza (quasi abusato), ma molte altre non sanno nemmeno che esista la Generazione Z, e questo è un tema che eppure dovrebbe essere ancora più attuale (di sicuro non è ancora abusato).
Perché? I giovani (giovanissimi) della Generazione Z sono il target del futuro, quello che nei prossimi anni influenzerà di più le strategie di digital marketing delle aziende. È la prima generazione mobile-first della storia, che dà un’importanza centrale alla personalizzazione e alla rilevanza.
Se il target dei Millennials desidera una connessione valoriale con i brand, i giovani della Generazione Z hanno delle aspettative molto più alte.
Nati dal 1995-2000 in poi, gli appartenenti alla Generazione Z hanno attualmente 15-20 anni… Scopriamoli insieme.
Ma che influenza possono avere nelle decisioni d’acquisto delle persone così giovani? In realtà ne hanno moltissima: secondo la US Chamber of Commerce Foundation, in aggregato sono influenzatori delle scelte di acquisto per 600 miliardi di dollari negli USA, e hanno una capacità di spesa autonoma di 43 miliardi.
Si prevede comunque che nel 2020 i consumatori della Generazione Z costituiranno il 40% del totale.
Da dove partire per intercettarli? I dati provenienti dagli USA ci parlano di queste persone come fedeli ricercatori di informazioni, anche quando la ricerca riguarda i prodotti. Oltre alla ricerca, amano imparare da auto-didatti: il 33% guarda lezioni online, il 20% legge i libri di testo sul tablet, e il 32% collabora con i propri colleghi online.
Possiamo quindi intuire l’importanza delle attività di content marketing per poterli stimolare, incuriosire, e portare questo target ad informarsi su uno specifico brand.
I giovani della Generazione Z utilizzano una media di cinque dispositivi (contro i 3 dei Millennials): smartphone, desktop, notebook, TV e tablet o iPod.
Nella tabella sottostante, si possono apprezzare tutte le differenze nella dieta digitale tra la Generazione Z e la Generazione Y.
Credits: Infografica di Marketo
È necessario considerare la soglia di attenzione con cui è possibile raggiungere questo target: la media è di 8 secondi. Le persone della Generazione Z sono cresciute in un’epoca in cui venivano bombardati di messaggi commerciali da tutti gli angoli, e si sono adattati velocemente nel compiere una valutazione preventiva sull’utilità e la qualità dell’informazione.
Credits: Infografica di Marketo
Per questo è molto più importante la dimensione visuale rispetto a quella testuale (preferita invece dai Millennials), su cui quindi le aziende devono sforzarsi per poter lavorare con questa generazione di potenziali consumatori.
Un’altra conseguenza riguarda la forte preferenza verso mezzi che prediligono la privacy, come Snapchat, Secret e Whisper: il primo è ancora poco diffuso in Italia ma ha avuto una forte crescita nell’anno passato, mentre gli altri non sono nemmeno ancora presenti. È curioso notare che nel 2014 ben il 25% dei giovani tra i 13 e i 17 anni abbia abbandonato Facebook. Questo trend forse anticipa ciò che nei prossimi mesi avverrà anche in Italia, soprattutto alla luce della forte crescita di Snapchat e di Instagram.
Nel frattempo, infatti, è stato strepitoso lo sviluppo di Instagram, che ha quasi compensato l’abbandono degli utenti di Facebook:
Credits: Infografica di Marketo
Un altro aspetto che differenzia fortemente la Generazione Z da quella precedente è la forte presenza di un forte spirito di imprenditorialità e di intraprendenza. Ben il 72% degli attuali studenti di scuola superiore intendono gestire un proprio business nei prossimi anni, mentre addirittura il 76% vorrebbe che il proprio hobby divenisse un lavoro.
Forse sarà perché preferiscono fare e creare invece che condividere e distribuire, come era per i Millennials. Secondo Fortune, infatti, se i Millennials aspettano di essere scoperti, i giovani della Generazione Z sono “pronti a sgobbare pur di riuscire”. Tutto questo, però, all’insegna dell’idealismo: vogliono provocare un impatto positivo sulla vita delle persone, e lasciare il proprio segno nel mondo attraverso le loro future attività di business.
È chiaro quindi che questi giovani conoscano internet e i suoi meccanismi di funzionamento nativamente, spesso meglio dei dirigenti aziendali che conducono i business. Ma il futuro del business dipende dal comportamento di queste persone, quindi è meglio iniziare ad adeguare la propria funzione marketing in modo da potere comunicare efficacemente con loro.
Questi i consigli di Marketo per attuare un tipo di marketing che possa andare oltre ai Millennials:
E cosa c’è dopo la generazione Z? È ancora presto, ma finito un alfabeto se ne inizia un altro: si parla già di Generazione Alpha, quella dei nati dopo il 2010, chiamati anche screenager, che nascono con gli schermi touchscreen e crescono con il tablet insieme al ciuccio.