Indossare la mascherina anti Covid-19 è davvero motivo di stress?

La pandemia di COVID-19 ha severamente modificato i nostri comportamenti. Nel tentativo di combattere un nemico difficile da vedere, tutti i governi del mondo hanno dato indicazioni/suggerimenti/obblighi di comportamento finalizzati a prevenire la diffusione del virus.

È piuttosto semplice rendersi conto che tutte queste limitazioni impattino sulla qualità della vita delle persone. La cosa complessa è riuscire a comprendere quanto. Per questo motivo abbiamo deciso di provare ad aggiungere un pezzo di conoscenza, conducendo una ricerca sulla relazione tra utilizzo della mascherina e stress. Conoscere l’impatto che i nostri comportamenti hanno sullo stress ne permette una gestione con maggior consapevolezza.

Come abbiamo eseguito la ricerca?

Per rispondere al quesito abbiamo quindi coinvolto 140 partecipanti e abbiamo chiesto loro di partecipare alla nostra ricerca. Le persone dovevano semplicemente guardare una trasmissione televisiva, indossando un rilevatore della micro-sudorazione. Tale strumento permette di analizzare l’attività del sistema nervoso simpatico. La metà delle persone guardava la trasmissione indossando la mascherina. L’altra metà dei partecipanti (essendo da sola nella stanza) non la indossava.

Durante l’esperienza apparivano stimoli improvvisi, studiati per generare una risposta di startle o trasalimento. Il riflesso di startle è una risposta automatica, non influenzata dal controllo volontario, ad uno stimolo inaspettato ed intenso. La risposta viene associata ad un meccanismo istintivo di difesa, e viene considerato uno stato generico di reazione emotiva. Tanto più siamo stressati e tanto più siamo reattivi (Grillon & Baas, 2003). Se volete approfondire l’argomento suggerisco questa lettura. E se invece avete ancora dubbi su come funziona, provo ad esemplificarvelo con un video divertente: https://youtu.be/GNZ3UCGjHo8

La ripetizione dello stimolo genera nelle persone una sempre minore risposta (abituazione). L’allerta diventerà sempre più bassa perché nel frattempo il nostro organismo ha imparato a conoscere quello stimolo, cogliendoci meno impreparati. Il tempo necessario ad adeguarci ci dà un’informazione sulle nostre capacità di fronteggiare uno stress. Se riprendiamo l’esempio del video, se dovessi trovare sulla mia strada tre “Bushman Prank”, è ragionevole pensare che il mio sistema di allarme si attivi molto la prima volta e che decresca nel secondo e terzo caso, soprattutto se ravvicinati tra loro.

Ma torniamo al nostro studio. Cos’è successo ai nostri partecipanti?

Dopo i primi minuti di trasmissione è apparso il primo stimolo improvviso. Le persone effettivamente hanno reagito attivandosi.

Startle 1

Il grafico mette in mostra come entrambi i gruppi abbiano risposto generando un’attivazione involontaria, con trend molto simili tra loro. Le persone che indossavano la mascherina (Mask) hanno però reagito con maggiore intensità.

La prima considerazione è quindi che la risposta al singolo evento stressante sia effettivamente superiore se indossiamo la mascherina. Lo stress da gestire viene percepito come superiore.

Dopo circa 10 minuti abbiamo presentato un secondo stimolo improvviso.

Startle 2

In questo caso si nota subito che le persone tendono a rispondere molto meno rispetto al primo stimolo, come da manuale. Di fatto però notiamo ancora una differenza significativa tra i due gruppi. Le persone con mascherina raggiungono approssimativamente lo stesso livello che aveva raggiunto il gruppo senza mascherina, dopo il primo stimolo. Rimane ancora evidente come la risposta sul singolo stimolo sia superiore per chi indossa la mascherina.

Dopo altri 10 minuti è apparso il terzo stimolo.

Startle 3

Ancora una volta si evidenzia l’effetto abituazione. Infatti, il gruppo senza mascherina di fatto non risponde, mentre il gruppo che vedeva la trasmissione con mascherina rimane ancora emotivamente stimolato.

I risultati della ricerca e le possibili soluzioni per ridurre gli effetti dello stress generato

La ricerca dimostra come l’utilizzo della mascherina, in un intervallo di circa mezzora, generi una maggior reattività agli stimoli stressanti. Di fatto aumenta l’attivazione di fronte agli stimoli e lo fa per un arco temporale superiore. È chiaro che ne consegue che, nel lungo periodo, rispondere con maggiore attivazione agli stimoli generi da una parte un dispendio di energie superiore e dall’altra un rischio di stress elevato.

E quindi? Cosa possiamo fare?

A parità di lavoro, un carico di stress superiore genererà nel tempo delle performance significativamente inferiori. È normale aspettarsi quindi maggiori difficoltà nel rimanere concentrati, maggiori possibilità di errori nei soggetti che devono lavorare sempre indossando la mascherina. Se da una parte non possiamo permetterci di fare valutazioni sull’applicazione di una legge come “è obbligatorio l’uso della mascherina nel luogo di lavoro”, dall’altra possiamo però strutturare l’ambiente che ci circonda e trovare delle soluzioni. Ad esempio, è possibile prevedere maggiori pause. Possiamo prevedere dei momenti all’aria aperta, da soli. In questo caso il termine “rifiatare” è particolarmente indicato, perché questi momenti permettono al nostro organismo di tamponare gli effetti dello stress in modo più efficace.

Come in tutte quelle situazioni nelle quali non possiamo lavorare sull’origine dello stress, possiamo però plasmare il nostro ambiente per rendere quella situazione meno impattante. Non eliminerà il problema, ma lo attenuerà. E farlo porterà benefici al singolo, all’azienda per la quale lavora e alla società nella quale vive.

Grillon, C., & Baas, J. (2003). A review of the modulation of the startle reflex by affective states and its application in psychiatry. Clinical Neurophysiology, 114(9), 1557-1579.

Novak, P. (2019). Electrochemical skin conductance: a systematic review. Clinical Autonomic Research29(1), 17-29.

25 gennaio 2021 Christian Caldato

Potrebbe interessarti anche:

TAG: UX e UI neuromarketing user testing